Visioni

Enrico Ruggeri, «All’Ariston con i Decibel eravamo veri alieni»

Enrico Ruggeri, «All’Ariston con i Decibel eravamo veri alieni»

Intervista A Sanremo il cantautore milanese anche per presentare il doppio album in uscita oggi, composto da brani inediti, ripescaggi dal passato e un omaggio a Bowie. «In tempi in cui tutto si brucia, oggi artisti come Dalla o Battiato, che non hanno sfondato al primo disco, avrebbero delle enormi difficoltà ad emergere».

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 12 febbraio 2016

Decima partecipazione a Sanremo per Enrico Ruggeri e trentaseiesimo album, Un viaggio incredibile, della sua carriera, in uscita oggi, un doppio disco composto da un primo cd che racchiude nove inediti, la cover degli Alunni del Sole ‘A canzuncella, ascoltata poco fa nella serata delle cover, e quattro brani di David Bowie, registrate tempo prima della morte del Duca Bianco. Il secondo cd invece contiene quindici canzoni, tra le più significative, del secondo periodo musicale di Ruggeri (dal 1986 al 1991), come Il portiere di notte, Peter Pan e Ti avrò.

Il disco viene lanciato ovviamente dalla canzone in gara a Sanremo Il primo amore non si scorda mai «Un titolo anche scherzoso perché lascia presagire una canzone di rimembranze, di amori sul muretto» ha dichiarato Ruggeri «In realtà il primo amore che canto è quel momento di imprinting, dai 15 ai 21 anni, nel quale accadevano cose difficili da capire e gestire per tutti. Il primo amore per una donna ovviamente ma anche il primo concerto, la prima volta che hai suonato una chitarra, tutta una serie di tappe cruciali che hanno modellato l’anima di tutti noi».

Una canzone che, insieme agli altri inediti, rappresentano una sorta di elogio al coraggio, alla sperimentazione musicale, come la prima partecipazione di Enrico, insieme ai Decibel, nel 1980 con Contessa «Nel 1980 il Festival stava risorgendo, dopo un decennio abbastanza controverso» continua Ruggeri «Ero ritornato da poco da un viaggio a Londra, un luogo che per noi italiani dell’epoca era un pianeta sconosciuto, trent’anni più avanti, con una musica che nessuno conosceva. Noi Decibel ci scontravano ’contro’ i Collage o Il giardino dei semplici, gruppi molto melodici, molto italiani e per questo eravamo davvero degli alieni».

Un’epoca completamente diversa, anche da un punto di vista di scommesse «musicali» sui giovani: «Vengo da un’era in cui i discografici ti facevano capire che se al quarto album non sfondavi dovevi cambiare mestiere. Oggi i ragazzi hanno soltanto i singoli, molto meno tempo, fanno più fatica ed è complicato rischiare. Artisti come Dalla o Battiato, che non hanno sfondato al primo disco, oggi avrebbero delle enormi difficoltà ad emergere».

Tornando alle sue canzoni «coverizzate», Ruggeri ha sentito il bisogno di trovare nuovi suoni «Ho visto crescere queste canzoni che anno dopo anno , concerto dopo concerto, cambiavano, assumevano nuove fisionomie sonore». Una scelta inedita e poco prevedibile, come la scelta della già citata cover sanremese degli Alunni del Sole «Quella canzone del 1977 non rappresentava più la Napoli di Sergio Bruni e non era ancora quella di Pino Daniele o Enzo Avitabile. In più Paolo Morelli, l’anima degli Alunni del Sole, trovo che sia stato un autore troppo sottovalutato e seppellito dagli eventi e la scelta di portare questa canzone mi è sembrata un gesto carino di ’impensato’ tributo».

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