Visioni

Enrico Rava, interplay e creatività: la ricetta per rimettersi sempre in gioco

Enrico Rava, interplay e creatività: la ricetta per rimettersi sempre in giocoEnrico Rava – foto Ansa

Musica Alla Casa del jazz il concerto del grande trombettista-flicornista dove ha presentato il nuovo album "Fearless Five"

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 11 luglio 2024

«Coraggio» è, in un certo senso, sinonimo di «senza paura», fearless. Questo è il nome del nuovo quintetto di Enrico Rava che – con la collaborazione basilare del chitarrista Francesco Diodati, nei suoi gruppi da una decina d’anni – fa letteralmente esplodere le energie e l’ardore di giovani musicisti quali il trombonista Matteo Paggi (proveniente dai seminari di Siena Jazz) e di talenti più noti come il contrabbassista Francesco Ponticelli e la batterista (cantante) Evita Polidoro. Il coraggio per i giovani, si sa, è un atteggiamento naturale ma per Rava, artista dalle molte primavere, è una qualità che prevede consapevolezza del pericolo e un calcolato amore per il rischio.

DEL RESTO il trombettista-flicornista italiano ha sempre messo in gioco sé stesso e la sua musica, facendo altresì leva su jazzisti più giovani da cui trarre linfa ed a cui trasmettere esperienza e «visione». Uscito (su cd e in versione digitale) il 5 luglio, l’album Fearless Five (Parco della Musica Records, inciso nel febbraio 2024 negli studi della Casa del Jazz) è stato presentato alla rassegna «Summer Time», di fronte ad un pubblico da «tutto esaurito». Di sicuro Enrico Rava (al flicorno e di nuovo alla tromba, abbandonata da qualche tempo) ha stupito i suoi conoscitori perché l’effervescente quintetto, facendo leva sul magistrale tessitore elettrico-elettronico Francesco Diodati, si è mosso in una dimensione sperimentale, trasgressiva, di ricerca timbrica e di tensiva creazione.

E QUI c’è un’altra delle virtù di Rava, quella di lasciar spazio agli altri musicisti, interagire con loro in un fitto interplay (anche quando tace) ma sapere orientare la musica al momento opportuno, darle forma definita e direzione precisa (secondo la lezione del sempre ammirato Miles Davis). Così – dopo una prima parte del concerto ben marcata anche dalle atmosfere elettriche (generate da Diodati e Matteo Paggi) e dalla ritmica creativa e mutante di Ponticelli e Polidoro – hanno cominciato a farsi più frequenti nuclei melodico-tematici. Scaletta del concerto e sequenza dei brani (tutti di Enrico Rava) nel nuovo album sono identiche, da Lavori casalinghi a Spider Blues; poi c’è qualche variante ma la struggente Le solite cose è l’incantevole bis (nel cd l’ultimo brano). Enrico Rava – grande talent-scout e artista mai ripiegato su sé stesso – e i suoi Fearless Five suoneranno il 14 (Pisa Jazz Rebirth), 19 (Perugia, Umbria Jazz), 1° agosto (Sogliano, Locomotive Jazz Festival) e 7 settembre (Open Jazz di Ivrea).

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