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Engels, uno spettro si aggira per l’Europa

Engels, uno spettro si aggira per l’EuropaMonumento a Engels, Wuppertal. Questa e le altre foto presenti nel pezzo sono state scattate da Dario Bellini

Reportage Engels nacque il 28 novembre 1820 a Barmen, al tempo importante centro industriale tedesco, nell'allora provincia prussiana di Jülich-Kleve-Berg: ritorno a quella che oggi si chiama Wuppertal, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, per un tour nella sonnacchiosa cittadina, «orfani», causa pandemia, delle celebrazioni per i duecento anni dalla nascita del filosofo

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 5 dicembre 2020

Il 28 novembre 2020 si sono celebrati i 200 anni dalla nascita di Engels a Barmen nella valle del fiume Wupper. La municipalità di Wuppertal, città di 300mila abitanti che unisce Barmen e Elberfeld, festeggia il bicentenario del suo più illustre cittadino nato qui due secoli fa. Finito il restauro della sua casa natale, molte erano quest’anno le iniziative e i progetti in corso, ma il Covid ha fatto sì che quasi tutto fosse cancellato. Gli eventi sono diventati Engels Digital, mostre, musei, concerti e conferenze (online). Peccato per il grande telo di 40 metri che avrebbe dovuto rivestire la facciata della casa di Engels, con un bel parco di grandi alberi davanti, lungo la valle della Wupper e la Swebebahn in vista. Duecento fotografie in b/n (stampate sul gigantesco telone) dei residenti in città che hanno accettato di farsi fotografare e mostrarsi nell’istallazione dell’artista di strada JR. Istallazione rimandata a causa delle regole anti-assembramento ma è stato possibile fruire di una presentazione virtuale, dove in versione web l’impacchettamento della casa ha proposto la composizione dei ritratti che con un click si aprono a mostrare i messaggi personali dei cittadini di Wuppertal che fanno gli auguri e scrivono riflessioni da indirizzare al grande pensatore.

Il pezzo forte già c’è ed è sempre possibile visitare: è la statua che nel 2014 è stata donata alla città dalla Repubblica popolare cinese. Realizzata dallo scultore Zeng Chenggang, alta 4 metri, è poggiata quasi a terra su un piedistallo di appena 40 centimetri, forse per favorire una presenza più ravvicinata. Engels è pensieroso chiuso in un cappottone di ispirazione austero-cinese. Vive in un lockdown all’aperto.

Turismo cinese
Lo stesso a Trier, cittadina natale di Karl Marx, più recentemente (nel 2018) è spuntata una sua scultura, di Wu Weishan, sempre dono cinese. Così come Xi Jinping in occasione del passato anniversario dei 200 anni di Marx lo ha celebrato e modernizzato in pompa magna come il più grande pensatore dei tempi moderni, anche a Treviri sono arrivate due tonnellate tutte per il Moro, approvate dal Consiglio comunale della più antica municipalità germanica. Questa volta però la statua è piazzata davanti a un muro, di profilo che guarda lontano, verso un salone di parrucchieri. Le inaugurazioni erano state attraversate da polemiche, poi è iniziata una convivenza tranquilla, grazie ai migliaia di turisti cinesi in visita nelle città natali di due illustri giornalisti, filosofi e pensatori.

Casa natale di Engels

A Treviri si arriva per ricordare un giovane Marx di 17 anni, che abbandonò i confini dell’Impero prussiano per andare nel mondo, così come qualche anno più tardi Friedrich Engels lasciò Wuppertal pe rgiungere a Manchester dove avrebbe dovuto lavorare nella fabbrica tessile di suo padre. È l’inizio delle lotte operaie, quasi un gemellaggio, si potrebbe dire: Manchester in riva alla Wupper, con la situazione delle prime industrie tessili e la fallita rivolta operaia di Elberfeld. In quegli anni, Engels strinse la sua amicizia con Marx, si innamorò e sposò Mary Burns, giovane operaia attivista irlandese che lavorava nella fabbrica di suo padre, scrisse il primo libro sulla situazione della classe operaia in Inghilterra. Qualche anno dopo, insieme a Marx nel 1848 venne redatto Il Manifesto dei Comunisti e fondato a Colonia un nuovo giornale, la Neue Rheinische Zeitung, soppresso dopo la sconfitta delle rivolte operaie in Germania. Da qui, la lunga fuga attraverso Zurigo, Parigi, Manchester e Londra. Dopo quasi due secoli, sembra che Engels continui ad aggirarsi nel mondo in forma di sculture, eventi che lo ricordano, siti web, libri e souvenir.

Letargo cittadino
In un’epoca di statue abbattute e di rifiuto delle iconografie dei passati regimi, qualche eccezione interessante di ritorno, in forma di «monumento», c’è anche a Manchester, città dove Engels era arrivato nel 1842, ispirandogli i suoi scritti rivoluzionari. L’artista e attivista di sinistra Phil Collins è riuscito recentemente a recuperare una statua di Engels degli anni 70 a Poltava in Ukraina (dove nel 2015 erano diventati illegali i segni e i simboli dell’era comunista). In un piccolo paese che volentieri si voleva liberare della statua compromessa, è stata ritrovata tagliata in due e abbandonata in un giardino. La statua è ora in centro a Manchester in bella vista in Tony Wilson Place, ad onore della maggioranza laburista della città (in consiglio comunale sono 92 i seggi del Labour, 3 dei Liberal Democratici e zero dei Conservatori), in una moderna piazza davanti al Centro di arte contemporanea. Un’eredità culturale ancora in movimento, in Inghilterra e Germania dove le lotte operaie iniziarono e dove i due – allora giornalisti – rivoluzionari iniziarono la lotta politica.

A Wuppertal, la situazione è piuttosto addormentata, anche la famosa monorotaia che percorre tutta la valle funziona solo nel weekend. I musei sono chiusi, così come i cinema e le sale concerti.

Il bar del centro sociale Utopia è fermo, lì davanti sulla pista ciclabile che percorre i tragitti dei treni minerari dismessi, soltanto un bio-box per caffè da portare via, qualche cassetta di birra quasi da proibizionismo che passa di mano, e gli studenti di biologia che insistono a far germogliare piantine e ortaggi nelle serre sul tetto illuminato di notte al neon del loro container. Di giorno sparuti gruppetti di cittadini e bambini cercano qualche raggio di sole, sulle panchine fatte con i pallet.

In città non succede granché, una minoranza quasi maggioranza turca che vive a Barmen e Volkwinkel lavora e sonnecchia con i sussidi familiari che concede il governo (ma ormai scarseggiano). Negli ultimi anni, sono arrivati molti migranti siriani, per l’abbondanza di case disponibili. Per l’emergenza sanitaria, il teatro di marionette è stato chiuso, al teatro dell’opera il Flauto Magico è stato rimandato, il nuovo auditorium/teatro di Pina Bausch ancora non ha riaperto. Gli unici punti di aggregazione sociale (spettrale con le mascherine) sono i supermercati alimentari e quelli di attrezzature per la casa (Rewe, Lidl, Akzenta, Hornbach, Bauhaus e Aldi). Tutto il resto si svolge in una dimensione privata, casomai si passeggia nei boschi e si va in bicicletta sulle piste ciclabili e all’orto botanico. La viabilità della lunga Friedrich Engels Allee, che percorre tutta la valle, scivola parallela alla Swebeban con regole a corsie preferenziali germaniche e via così, su scattanti automobili, lavori in corso e ripidi sali e scendi.

Ritorno alla natura
Con la dismissione delle miniere di carbone e con la crisi dell’industria tessile (da dove tutto era iniziato) c’è stato un progressivo svuotamento di risorse ma anche di buone politiche per il ritorno della natura. Nel Bergische, verso le sorgenti del Wupper (in passato era chiamato «il fiume a colori» per via dell’inquinamento dovuto allo sbiancante e alle tinte dei tessuti), il piccolo fiume si sta per salvare: per un secolo è stato aggredito, ma ora scorre di nuovo veloce verso il Reno, sono tornati anche i salmoni.

Il Nord Reno Westfalia ha subito una grande trasformazione e Wuppertal è diventata una delle città più verdi della Germania, anche la grande fabbrica della Bayer, con la sua altissima ciminiera senza fumo, sonnecchia nella valle (forse verrà trasferita altrove). La città, che durante la seconda guerra mondiale è stata per due volte pesantemente bombardata, oggi vive una stagione di transizione quasi post industriale sociale, verso un non ben definibile sviluppo informatico. Chissà se gli studenti torneranno nei campus delle super specializzate università. Intanto, su alcune facciate di palazzi in città ci sono gli Angel Engels con la barba e le citazioni sulla religione, sulla morale e l’ideologia.

Friedrich Engels sta lì, in versione statua, da solo, ma i bambini ci girano intorno in bicicletta, qualcuno gioca a bocce nel campetto lì a fianco, altri passano il tempo sulle panchine nei dintorni. Di cinesi, quest’anno, neanche l’ombra.

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Qui altre foto del reportage:
https://www.youtube.com/watch?v=kLEkpABTXhw

Qui il sito per le celebrazioni dei 200 anni dalla nascita di Engels:
https://www.wuppertal.de/microsite/engels2020/index.php

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