Visioni

Emma Nolde, rifugiarsi nella musica per salvare la bellezza

Emma Nolde, rifugiarsi nella musica per salvare la bellezzaEmma Nolde a Balena festival

Intervista La giovane cantautrice racconta il suo ultimo album «Dormi», dalla pandemia alla produzione di Motta

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 5 novembre 2022

C’è tutta l’impazienza, la voglia di fare e di sbagliare dei suoi ventidue anni, nelle canzoni di Dormi, il nuovo disco di Emma Nolde appena pubblicato da Woodworm/Capitol Records. L’artista toscana lo sta portando in tour, la prima data ieri al The Cage di Livorno. Un album, uscito a due anni di distanza dall’esordio Toccaterra, che mette ancora più in evidenza le qualità della musicista e cantautrice, muovendosi tra brani introspettivi ed esplosioni rock, arrangiamenti di archi e pezzi rappati. Un disco che riesce a non perdere mai il focus, e anzi ad allargare la proposta musicale, anche grazie alla produzione di Francesco Motta, che qui ha messo al servizio della giovane collega conterranea le sue qualità di autore. «Francesco è subentrato quando i provini del disco erano già pronti» racconta Emma Nolde. «La cosa bella è che ha rispettato moltissimo il mio lavoro. La nostra idea fin dall’inizio era di lavorare sulla visione d’insieme, sia delle canzoni che del disco. Ho potuto vedere da vicino quanto è bravo Motta come cantautore. Non mi ha dato risposte, ma mi ha messo in testa un sacco di domande». Un risultato ottenuto togliendo, riducendo strumenti e voci, lasciando le canzoni alla loro bellezza più nuda. Emma Nolde è co-produttrice dell’album, ha suonato quasi tutti gli strumenti (basso, chitarre, sintetizzatori, pianoforte) e si è occupata anche della regia di alcuni dei video che accompagnano le canzoni.

«SONO molto abituata ad avere le cose sotto controllo» spiega, «e penso di dare il meglio quando faccio da sola. Riesco a fidarmi poco di me stessa quando sono in un contesto più ampio. Ma sto cercando di costruire questa fiducia». Anche perché Dormi è un disco che parla proprio della perdita di controllo. Da un lato la pandemia, con tutte le restrizioni che devono essere sembrate tanto più insopportabili a chi diventava ventenne in quei giorni. Dall’altro un amore sospeso, con una persona che si trasferisce lontano e diventa irraggiungibile. E la musica diventa un appiglio, l’unico luogo sicuro in cui trovare riparo, dove poter salvare le cose belle, gli amici, un brano scritto per la sorella minore che da tempo vive fuori di casa per fare la ballerina, i sogni imperfetti di una generazione che cerca di trovare un senso, nonostante tutto.

Non è facile per la mia generazione non sentirsi disillusa, abbiamo uno sguardo meno sognatore che si riflette nelle cose che scriviamo, siamo molto più crudiEmma Nolde
«Non abbiamo delle prospettive bellissime sul futuro», riflette Nolde. «Anzi, siamo molto preoccupati e spaventati dal futuro. La generazione dei miei genitori aveva la sensazione che più si andava avanti meglio sarebbe stato. Adesso noi abbiamo la sensazione precisamente opposta. E questa è una cosa che si porta dietro delle conseguenze sul presente. Non è facile per noi non sentirci disillusi, abbiamo sicuramente uno sguardo meno sognatore, che si rivede in molte delle cose che scriviamo, nel modo di farlo, siamo molto più crudi, secondo me».

IL MESTIERE della cantautrice, per ora, è lo strumento più efficace che Emma Nolde ha trovato per tirare fuori tutte queste emozioni. E per il momento le riesce decisamente bene. Toccaterra, che ha portato in tour per più di cinquanta date, è stato tra i finalisti del premio Tenco per la sezione Opera prima. Oltre a Motta, ci sono state collaborazioni importanti, come il singolo realizzato insieme a Generic Animal e la partecipazione all’ultimo album degli Zen Circus, nel brano Il diavolo è un bambino. «Io ho sempre scritto musica, in realtà» racconta, «ma prima di Toccaterra ero totalmente inconsapevole rispetto a tutto quello che ci ruota intorno, non avevo idea di cosa fosse un’etichetta, non sapevo niente. Non mi aspettavo niente di quello che è successo. Le persone che ho avuto intorno, nonostante fossero in una posizione molto più consapevole della mia, sono state come me molto felici di godersi ogni piccolo traguardo. E ancora facciamo così».
E per Emma Nolde, una delle nuovi voci più interessanti che si muovono nel panorama italiano, siamo solo all’inizio.

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