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Emma Bonino: «Salvini stop twitter, la sicurezza non si fa con un decreto al mese»

Emma Bonino: «Salvini stop twitter, la sicurezza non si fa con un decreto al mese»Emma Bonino, radicale storica e senatrice di +Europa

Intervista alla senatrice di +Europa Prima la campagna contro i neri, poi contro le garanzie in caserma. Serve una moratoria sui social, il ministro stacchi e rifletta. E sui migranti, parli con i colleghi europei. L'Italia è isolata. Fra Lega e M5S, liti finte, sono baruffe chiozzotte. Facciano sbarcare quelli della Gregoretti

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 luglio 2019

«Chiedo ai ministri, ai responsabili politici, a Salvini in particolare, una moratoria dell’uso di facebook, twitter e instagram. Facciamo tre giorni: così magari si evita di dire sciocchezze e si trova del tempo per riflettere. Dopo l’uccisione del carabiniere Cerciello, è partita l’automatica campagna contro i neri. Poi si è scoperto che l’omicida era bianco e allora è partito un cortocircuito altrettanto insopportabile: bisogna avere più compassione per la vittima o più disagio per come è stato trattato il colpevole. Ma bisogna schierarsi anche su questo? Le persone sono capaci di provare sentimenti diversi, grande compassione per il carabiniere ucciso e grande disagio per un interrogato bendato». La radicale Emma Bonino, senatrice di +Europa, fa le spese di questa propaganda tossica in prima persona. La settimana scorsa ha ricevuto tre lettere contenenti una polverina bianca, una giovedì nel suo ufficio al senato, due venerdì nella sede del partito a via Bargoni. Minacce, fin qui senza matrice. Bonino ammette giusto «un po’ d’ansia». L’aria che tira nel paese non è buona.

A un anno dal caso Diciotti, la nave Gregoretti è al porto militare di Augusta senza poter sbarcare i migranti salvati. È della Guardia Costiera, non di una Ong. Parlerete di nuovo di sequestro?

Siamo di nuovo al sequestro di 131 persone più l’equipaggio. Salvini ci ha detto che resteranno a bordo finché gli altri paesi europei non decideranno di prendersene un po’. Ma lui non parla con gli altri paesi, non va al summit di Parigi, ha disertato sei riunioni su sette dei ministri degli interni. Governa da Milano Marittima con twitter mentre il personale militare e 131 persone stanno su una nave a 40 gradi all’ombra. Intanto nel Salento sbarcano migranti e più di un centinaio di cadaveri, spinti dalla corrente, tornano sulle coste libiche. Questa è la situazione. Ed è una vergogna per tutta l’Europa.

I 5 stelle a Strasburgo hanno votato la presidente della Commissione, che ha promesso cooperazione. Ma non è cambiato niente.

Von der Leyen non è ancora in carica e non può fare miracoli, soprattutto perché la gestione dell’immigrazione non è di competenza della Commissione ma degli stati membri, come l’integrazione e la difesa dei confini esterni. Siamo sempre lì: la politica intergovernativa all’unanimità non dà frutti. Speriamo che la commissione cambi qualcosa, ma ha pochi margini. Lo scorso europarlamento aveva votato un’ottima riforma del trattato di Dublino. Che però è stata affossata dagli stati membri.

Intanto in Libia c’è la guerra e le persone scappano. La vicenda Diciotti rischia di ripetersi?

All’infinito, con la differenza che un anno fa aveva fatto scandalo, oggi l’opinione pubblica si è assuefatta. È un problema europeo irrisolto, avrà tempi lunghi. Ma per un ministro non è un buon motivo per non andare ai summit. Capisco che l’Italia è isolata, ma così non ne usciamo. Esiste la procedura della cooperazione rafforzata: ma ci vuole tempo e determinazione. Difficile farlo da Milano Marittima.

Nei prossimi giorni arriverà al senato il decreto sicurezza bis. Vi siete battuti contro il primo decreto. Stesso giudizio sul secondo?

La Lega si illude che la sicurezza aumenti facendo un decreto al mese. Il primo era incostituzionale e non funzionava. Tant’è vero che ne hanno fatto un secondo. C’è un unico modo per aumentare la sicurezza del paese: integrare i 500mila irregolari in Italia, quelli che in campagna elettorale aveva promesso di espellere, salvo poi, una volta andato al ministero – fra un’anguria e un arancino – scoprire che non si può fare. Nel frattempo abbiamo distrutto il sistema di accoglienza e integrazione Sprar, il migliore che avevamo. Il decreto bis è peggio. Il tutto condito con insulti e frasi come ’li voglio vedere marcire in galera’. Salvini e Meloni facciano un salto al carcere di Rebibbia. Il garante ci ha spiegato che ci sono 1620 detenuti, 456 in più della capienza. Le brande non entrano più neanche in infermeria. Se vogliono vedere gente marcire in galera vadano là.

Il decreto, con multe monumentali e sequestro delle navi, di fatto abolisce il salvataggio in mare.

Non solo per le Ong ma anche per tutti, pare. Siamo in aperta violazione degli accordi internazionali e anche della tradizione, nessuno più dei pescatori sa che in mare chi fa naufragio va salvato.

Fin dove si spingerà la stretta?

Dipende cosa conviene ai soci di governo. Salvini ha interesse a far dimenticare Moscopoli. A questo serve anche la falsa lite fra Sì e No Tav, falsa tanto da sembrare concordata, una baruffa chiozzotta.

Al senato potrebbe mancare qualche voto grillino al decreto?

Può darsi, ma il potere è un grande collante. Di Maio sa che questo governo è l’occasione della sua vita. L’impressione è che anche al senato saranno baruffe chiozzotte.

Il governo andrà avanti?

Conte, nella seduta kafkiana in cui ha parlato senza la sua maggioranza, ha detto una cosa importante: questo parlamento mi ha dato la fiducia, sarà questo parlamento eventualmente a sfiduciarmi. Vuol dire che la crisi sarà parlamentarizzata e che non sarà questo governo a portare al voto. Quindi passeranno l’estate. Questo paese non ha mai votato né in estate né in autunno. Poi arriverà la finanziaria, la bomba delle bombe: dove troveranno i soldi? Da noi la crisi tradizionalmente si apre a gennaio e si vota in primavera.

Parlava di Moscopoli. Al di là dell’inchiesta, si capisce che ci sono imprenditori russi a cui vengono chiesti soldi per una politica contro l’Europa.

Si capisce che Salvini si circonda di faccendieri. Quando fa il ministro dell’Economia al Viminale si porta dietro un sottosegretario costretto a dimettersi, Siri. Da una parte persone connesse ai putiniani, dall’altra un condannato in primo grado. Non ha voluto chiarire in parlamento. Dice che non vuole parlare di cene: di arancini sì, di nutella sì, di cene no? Conte ha detto di avergli chiesto informazioni sul caso Metropol, ma di non averne ricevute. Insomma il ministro non risponde al parlamento e non risponde al presidente del consiglio.

I sovranisti sono gli utili idioti delle mire antieuropee di Putin?

Sono consapevoli. Per il momento hanno portato il paese a un totale isolamento. La Lega è nel gruppo con la Lepen e i 5 stelle nel gruppo dei non iscritti. Sono irrilevanti, e il paese è isolato nonostante gli sforzi di Mattarella. Conte fa il pesce in barile, dal momento che era ben consapevole di chi lo chiamava a fare il premier e per cosa, Tria si barcamena come può. Se non si decidono a proporre un commissario, o una commissaria, ci toccherà il commissario allo sport.

La mozione di sfiducia a Salvini la convince?

Non particolarmente, non ho più voglia di offrirgli l’ennesimo palcoscenico con platea e urla da stadio.

Sono gli episodi su cui lui riesce a costruire nuovi consensi?

Può darsi. Dobbiamo resistere, senza illuderci che l’esito sia immediato. La situazione è mefitica: la Rai è occupata militarmente, la magistratura sotto attacco, le autorità indipendenti pure, il parlamento quasi non esiste più. Con +Europa lavoriamo per un’alternativa federalista europea, liberale e democratica; e lo facciamo in piena autonomia.

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