Politica

Emiliano tra falce e martello e scudo crociato

Puglia Il presidente uscente non ha detto no quasi a nessuno. Con lui 14 liste, tenendo insieme anche idee diverse del mondo

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 16 luglio 2020

Quattordici liste di cui due riconducibili a partiti nazionali rappresentati in Parlamento: il Partito democratico e Sinistra italiana. La sfida di Michele Emiliano per confermarsi alla guida della Regione Puglia parte da loro: Partito animalista, Partito del Sud, Sud Indipendente, Democrazia cristiana, Sinistra alternativa, Sindaco di Puglia, Con, Senso civico, Partito democratico, Italia in Comune, Popolari con Emiliano, Puglia solidale e verde, Pensionati e Invalidi, I Liberali.

Il presidente uscente non ha detto no quasi a nessuno, tenendo insieme anche movimenti che hanno idee diverse del mondo: c’è la falce e martello nel simbolo di Sinistra alternativa e lo scudo crociato marchiato “Libertas” in quello della Democrazia cristiana. Uniti con i Socialisti italiani, Sinistra italiana (l’eredità di Nichi Vendola) e La Forza della Puglia, nella lista Puglia Solidale e Verde, c’è Europa verde che a Taranto, da anni, porta avanti l’idea della chiusura e riconversione economica dell’ex Ilva. Una posizione spesso in antitesi con il progetto di decarbonizzazione sostenuto dal presidente. Ci sono i Popolari con Emiliano, nati dall’alleanza tra l’assessore regionale all’ambiente Giovanni Stea, il Centro democratico di Bruno Tabacci e Angelo Sanza e Puglia popolare dell’ex sottosegretario alle politiche sociali (governi Renzi e Gentiloni) ed ex senatore di Forza Italia.

Tante sigle che esprimono il tentativo di coinvolgere chi è lontano dai partiti ma, allo stesso tempo, chi si riconosce nei simboli storici della politica italiana. C’è il tentativo, inoltre, di dare spazio elettorale a quelle fette di centrodestra che in cinque anni Emiliano ha portato dalla propria parte. A cominciare proprio da Massimo Cassano, nominato tra le polemiche alla guida dell’Arpal, l’agenzia regionale per le politiche del lavoro. Una scelta quella di “guardare a destra” che nei cinque anni di governo ha fatto storcere il naso alla parte più progressista della sua maggioranza. Come quando nel 2018 nominò l’ex sindaco di Bari (per due mandati) e uomo di punta di Forza Italia alla guida dell’Acquedotto Pugliese: Simeone Di Cagno Abbrescia. Una trasversalità che oggi che contano i voti sembra non dare più tanto fastidio agli alleati.

C’è poi il tema del meridionalismo con due liste che vorrebbero intercettare il consenso più identitario: il Partito del Sud e Sud Indipendente. Non c’è però il Movimento equità territoriale di Pino Aprile, nonostante lo scrittore abbia fatto parte della squadra dei saggi di cui Emiliano si circondò appena eletto presidente. L’autore di Terroni e il suo giovane movimento non prenderanno parte alla tornata elettorale. Durante la presentazione delle 14 liste, martedì scorso, infine, Emiliano ha ufficializzato la candidatura dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco, consulente della Regione Puglia per la gestione dell’emergenza Covid 19. Per lui è già pronto l’assessorato alla sanità.

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