Lavoro

Embraco, tutti riassunti da due nuove aziende

Embraco, tutti riassunti da due nuove aziendeUna delle manifestazioni degli scorsi mesi davanti alla Embraco di Chieri, nel torinese – LaPresse

Soluzione per 400 operai L'accordo al dicastero dello Sviluppo con il ministro Calenda e i sindacati. Il sito industriale sarà rilevato da un’impresa israelo-cinese e un’altra torinese

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 16 maggio 2018

Soluzione positiva per la vertenza Embraco, che per mesi ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso. Ieri al ministero dello Sviluppo sono stati presentati i piani delle due aziende – due soggetti recentemente entrati in scena – che rileveranno i lavoratori a rischio per avviare nuove produzioni. Si tratta di un gruppo israeliano-cinese che intende produrre robot per la pulizia dei pannelli fotovoltaici e filtri per l’acqua e della torinese Astelav, che si occupa di rigenerazione di frigoriferi usati: assumeranno i circa 400 lavoratori rimasti in ballo rispetto ai 497 originari (in 70, infatti, avevano già accettato gli incentivi e scelto di uscire).

La joint-venture israelo-cinese avrà il nome di Ventures Production: è composta all’85% da Ventures e al 15% da Guangdong Electric, partecipata dal governo cinese e che ha l’opzione di salire al 40% del capitale entro 18 mesi. La società si è impegnata ad assumere 350 dipendenti provenienti da Embraco, e investendo 20 milioni di euro conta di occupare un totale di 474 lavoratori a regime dopo il 2020. Nell’italiana Astelav troveranno posto altri 40 addetti (30 subito, altri 10 dopo un anno). I passaggi finali dell’operazione dovrebbero essere messi a punto dopodomani a Torino nel corso di un incontro all’Unione industriale.

«Sono state presentate ai sindacati le due società che faranno l’investimento nell’ex Embraco, riprendendo tutti i lavoratori con gli stessi diritti e le stesse retribuzioni senza nessun supporto di denaro pubblico», ha spiegato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, presente all’incontro con tutte le parti coinvolte. Per la reindustrializzazione dello stabilimento, come ha spiegato il ministro, non sono previsti interventi pubblici: le due realtà infatti «useranno la dote che Whirlpool ed Embraco hanno messo a disposizione per i lavoratori», ha aggiunto Calenda. Vale la pena ricordare che Whirlpool, nota multinazionale statunitense degli elettrodomestici, detiene il controllo di Embraco, ramo minore del gruppo, che ha sede in Brasile.

I sindacati si sono dichiarati soddisfatti della soluzione. «È stato definito che il passaggio dei lavoratori – sottolinea Ugo Bolognese della Fiom Cgil Torino – sarà fatto mantenendo tutte le condizioni economiche e normative che oggi hanno i lavoratori dell’Embraco. È chiaro che venerdì mattina andrà definito il modo, ma il principio deve essere questo».

Secondo Arcangelo Montemarano, della Fim Cisl Torino, «ci sono due aziende che hanno progetti ambiziosi e seri, sostenuti a livello finanziario, per cui auspichiamo che a regime tutti i lavoratori siano rioccupati. Può essere esempio di una reindustrializzazione seria per tutto il Paese».

Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino, ha chiarito che per l’ultima decina di lavoratori che resteranno scoperti rispetto alle due aziende di fresco ingresso, è prevista infine «la soluzione di una piccola società che si occuperà di servizi, e così saranno tutti ricollocati».

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