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Elkann si disfa di 4 giornali, la rabbia dei giornalisti Gedi: trattati come merci

Elkann si disfa di 4 giornali, la rabbia dei giornalisti Gedi: trattati come merciIl presidente di Fca e del Gruppo Gedi John Elkann – Lapresse

Editoria Pronta la vendita di Tirreno, Nuova Ferrara e delle Gazzette di Modena e di Reggio. I lavoratori: il governo apra un tavolo

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 9 ottobre 2020

Fino a pochi giorni fa nessuno dei dipendenti dei quotidiani locali del Gruppo Gedi (che edita anche Repubblica e La Stampa) aveva notizia della trattativa in corso. E invece l’”affare” rischia di concludersi entro il fine settimana: Gnn (la controllata di Gedi che possiede i 13 giornali locali ex Finegil) sta per vendere quattro storiche testate: Il Tirreno, Le Gazzette di Modena e di Reggio e La Nuova Ferrara.

Secondo indiscrezioni, la vendita sarebbe propedeutica (abbassando le tirature del gruppo) alla scalata al Sole 24Ore. Una operazione non condivisa da giornalisti e dipendenti, che hanno fatto già scattare 3 giorni di sciopero (ieri non erano in edicola i tre quotidiani emiliani). I Comitati di redazione di Gnn (compresi anche i giornali non in vendita) sostengono che l’operazione «mette a rischio posti di lavoro e la tenuta delle testate storiche legate al territorio».

«Dopo mesi di disinteresse e mancate risposte sul futuro dei nostri giornali – scrivono i Cdr – abbiamo scoperto che la trattativa per la vendita potrebbe concludersi in queste ore, senza che l’azienda abbia dato alcuna garanzia sul futuro dei giornali in cessione e sui 163 posti di lavoro coinvolti».
La rabbia dei giornalisti è rivolta contro i vertici del gruppo, e cioè Exor della famiglia Elkann-Agnelli che ha acquistato Gedi dalla Cir dei De Benedetti lo scorso aprile: «Denunciamo come il primo editore italiano tratti i suoi gioielli di famiglia che hanno segnato la storia del giornalismo e dei giornali locali come merce da vendere».

La conferma della cessione è arrivata mercoledì, durante l’atteso incontro con i vertici aziendali guidati dall’ad Maurizio Scanavino. I rappresentanti dei giornalisti hanno visionato una bozza di piano industriale degli acquirenti, una cordata costituitasi a luglio 2020 (nome: Sae) guidata dall’imprenditore abruzzese Alberto Leonardis, che già nel 2016 aveva acquistato Il Centro di Pescara dal Gruppo Espresso per poi rivenderlo nel 2019.

«Il piano non prevede alcun investimento rispetto all’attuale progetto editoriale, ma anzi prevede tagli consistenti praticamente su tutti i fronti, a partire dal personale», spiegano i Cdr dei giornali in vendita. Nel dettaglio sarebbero previsti risparmi per 1,3 milioni nel 2021 per i giornalisti e altri 500 milioni per gli altri dipendenti.

I giornalisti delle testate in vendita hanno ricevuto in questi giorni la solidarietà del mondo politico, dal governatore emiliano Stefano Bonaccini ai sindaci di Livorno, Modena , Reggio Emilia e Ferrara a molti parlamentari. Oltre a quella del sindacato e dell’Ordine dei giornalisti.

Ieri l’assessore al Lavoro dell’Emilia Romagna Vincenzo Colla ha incontrato in videoconferenza i rappresentanti del Gruppo Gedi insieme alla Fnsi, i cdr delle 3 testate emiliane e le istituzioni locali. Colla ha chiesto agli attuali editori «garanzie sul futuro editoriale e occupazionale», ha chiesto di poter incontrare gli acquirenti «prima che l’operazione sia definita» e ha spiegato di voler «tenere informato il governo».

I rappresentanti dei lavoratori chiedono che il governo apra «un tavolo nazionale» sulla cessione, e ribadiscono la preoccupazione per una «neo-cordata imprenditoriale che ha un’esperienza nulla o quasi nel settore editoriale, con fondamentali economici assolutamente circoscritti rispetto a quelli del gruppo cedente».

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