Bagai, il romanzo d’esordio di Samuele Cornalba edito da Einaudi (pp. 184, euro 16,50) è la storia di Elia, un ragazzo che frequenta l’ultimo anno di liceo in una cittadina di provincia lombarda: Pandino. Bagai in dialetto significa bambini, pivelli anche. Il libro inizia con la notizia della morte della madre del protagonista quando lui aveva sette anni, a occuparsene da allora è suo padre Carlo che, nonostante gli sforzi, sinceri non riesce in nessun modo a scalfire la corazza di Elia: «ogni cosa mi lascia indifferente. A volte… A volte sento che il mondo esiste piano e male e non è abbastanza».
In Bagai, che è un romanzo di formazione, il disgelo di Elia avviene a seguito dell’incontro con una ragazza, Camilla, la quale con pazienza e una certa dose di intraprendenza lo fa innamorare, anche se Elia non lo ammette e non la risparmia da quella che suo padre definisce una forma di malvagità: «la verità è che sei una persona cattiva e la colpa non è mia».

SI TRATTA di una delle tematiche più interessanti del romanzo, la domanda a cui non è possibile rispondere: la personalità di Elia, la sua incapacità di provare empatia o anche solo simpatia per le persone che gli stanno vicino, dal padre all’amico Andrea, è una conseguenza della morte prematura della madre o Elia sarebbe stato così anche se Teresa non fosse deceduta in un incidente stradale quando lui era un bambino? In un’epoca dominata dalla letteratura del trauma e dallo psicologismo, in cui anche i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori fanno psicoterapia, spesso online, è interessante chiedersi fino a che punto i dolori dell’infanzia abbiano forgiato il modo di essere di una persona. Cornalba pone questo dubbio, forse anche suo malgrado, descrivendo un personaggio protagonista che di sicuro ha sofferto molto ma che non solo dimostra di essere incapace a essere felice, soprattutto non riesce a volere bene. La trasformazione attraverso l’incontro con una ragazza è una svolta nell’intrigo che rivela l’età dell’autore, classe 2000, e la fede nell’idea che l’amore romantico può salvare la vita.

LE QUESTIONI POLITICHE che stanno a cuore alle nuove generazioni, in particolare quella climatica, fanno qui da sfondo: Andrea, l’amico balbuziente del protagonista, sembra molto preso da tali problematiche, ma poi questa sua foga viene ricondotta al desiderio di vincere le elezioni come rappresentante di istituto, quindi di essere al centro dell’attenzione.
Interessante anche il tentativo di raccontare un momento di vita fondamentale che ha ispirato tantissime narrazioni: l’anno della maturità. L’autore lo descrive così: «tra pochi mesi finirà tutto. Però non riesco a immaginarci oltre. Oltre Pandino, Crema, Milano». Si tratta in effetti di un passaggio cruciale che segna la fine dell’adolescenza e l’inizio della giovinezza, in Bagai si tratta di una transizione molto sofferta, perché lo scrittore la descrive a partire dallo smarrimento che di solito sopraggiunge dopo la lunga estate della fine del liceo. Al di là della trama, però, in questo esordio colpisce un talento narrativo schietto che si manifesta nella costruzione di una storia in cui ci si immerge subito, nell’invenzione di personaggi solidi e credibili e nella capacità di raccontare la provincia del nord per quello che anche è: «dalla vetrina si vede la nebbia rincretinire il mondo».