A quasi 75 anni Jean-Michel Jarre con il suo nuovo album Oxymore. Hommage to Pierre Henry (Sony Music) continua a vestire i panni dello sperimentatore, musicista e compositore rivolto al futuro, ma come l’angelo di Klee, amatissimo da Walter Benjamin, ha testa e sguardo all’indietro. Questa tensione temporale tra il passato e ciò che potrebbe nascere dal nostro presente così indecifrabile sembra essere diventata la traccia con cui seguire il suo nuovo album. A cominciare dal titolo che pare aggiornare il suo disco più celebre, Oxygene (1976) che gli diede notorietà planetaria. Altri motivi e passaggi si trovano sia nella dedica a uno dei protagonisti della Musica Concreta degli anni ’40 e ’50 sia nelle dichiarazioni progettuali che ne hanno accompagnato la realizzazione, il cui primo estratto Brutalism è da considerarsi come il tentativo (e neanche sottointeso manifesto) di concepire la musica da prospettive legate alla tecnologia e alla realtà virtuale. Pur utilizzando, proprio nel brano, «pezzi» provenienti dai nastri analogici e inediti di Henry e destinati a una collaborazione purtroppo mai avvenuta per la sua scomparsa. In questo luogo piace anche ricordare Psyche Rock, brano del ’67, fecondo incrocio anticipatore di tendenze della musica pop anni ’80 e ’90.Altri motivi e passaggi si trovano sia nella dedica a uno dei protagonisti della Musica Concreta degli anni ’40 e ’50 sia nelle dichiarazioni progettuali che ne hanno accompagnato la realizzazione

TALI QUESTIONI sono state affrontate dallo stesso compositore nell’incontro avvenuto in una delle sale del Palazzo del Cinema Anteo di Milano, attrezzate per il suono binaurale e immersivo dell’intero lavoro. Peraltro, già sperimentato da Jarre nella colonna sonora di Amazonia, confezionata per l’omonima mostra di Salgado e nel concerto in streaming da una Notre – Dame reinventata digitalmente per la notte del Capodanno 2021. Prova generale della città virtuale Oxyville e della futura presenza nel Metaverso. In tal senso, oltre alle domande sulla guerra e la pandemia, le cui risposte non possono non essere state che ovvie viste le situazioni così mobili e in continua evoluzione, Jarre è apparso concentratissimo nel mostrare come la sua musica abbia un forte appiglio alla tradizione sperimentale del primo Novecento. Il nominare il futurista esoterico Russolo e i suoi «intonarumori» è l’evidente progenitura dei musicisti – inventori che l’hanno preceduto e a cui la genialità dei due Pierre, Henry e Schaffer, ha dato sostanza. Come l’affermazione che la musica elettronica derivi dalla musica classica. Sebbene la sua trovi collocazione nella cultura pop.