Egitto, fuorilegge il partito dei Fratelli musulmani
Il Cairo La magistratura sbarra la strada agli islamisti
Il Cairo La magistratura sbarra la strada agli islamisti
Libertà e giustizia, il partito politico dei Fratelli musulmani, è fuori legge. La decisione della magistratura egiziana impedirà al maggior partito di opposizione in Egitto, vincitore delle parlamentari (2011-2012) e delle presidenziali del 2012, di partecipare al rinnovo delle Camere, previsto per il prossimo autunno. La confraternita era stata dichiarata movimento terroristico lo scorso 24 dicembre, in seguito a un attentato alla stazione di polizia di Mansura, nel Delta del Nilo, che aveva causato la morte di 16 poliziotti. Gli islamisti moderati si sono sempre detti estranei alla violenza e senza connessioni con i jihadisti combattenti del Sinai.
La Costituzione, approvata nel gennaio 2014 con un referendum a cui ha preso parte solo il 36% degli egiziani, ha vietato la formazione di partiti politici su base religiosa. Dopo la dissoluzione del parlamento nell’estate del 2012 e il colpo di stato militare del 3 luglio 2013, orchestrato dall’esercito, sono 5 mila i sostenitori della Fratellanza e gli attivisti contrari al golpe uccisi, prima, durante e dopo lo sgombero forzato del sit-in islamista di Rabaa al Adaweya. 40mila sono gli attivisti, soprattutto affiliati al movimento, in prigione. Non solo, anche il movimento 6 aprile, protagonista delle rivolte dal 2008, è stato messo al bando. Decine di giornalisti ed attivisti laici sono stati arrestati con accuse pretestuose. Tra loro il poeta Omar Hazek, condannato a due anni per aver partecipato ad una manifestazione in ricordo del simbolo delle rivolte del 2011, il giovane Khaled Said, ucciso dalla polizia ad Alessandria nel 2010.
Gli islamisti hanno definito il verdetto «politicizzato» e hanno chiamato a nuove proteste in occasione del 14 agosto, anniversario del massacro di Rabaa. Eppure, nonostante un ampio seguito popolare, il movimento è deciso a non arrivare allo scontro frontale con il regime dell’ex generale Abdel Fattah al-Sisi. Nell’inverno scorso, 700 condanne a morte, 10 delle quali confermate in via definitiva, avevano duramente colpito il movimento. Tuttavia, alcuni candidati islamisti potranno forse partecipare alle prossime elezioni tra gli indipendenti.
Le sedi e gli ingenti beni del partito sono stati congelati. La polizia ha accusato il movimento di aver nascosto armi nei depositi degli edifici appartenenti alla confraternita e di aver usato la forza contro i manifestanti che, nell’anno al governo degli islamisti, protestavano davanti alla sede di Libertà e giustizia, nel quartiere di Qattameia, e alle porte del palazzo presidenziale di Ittihadeya. Anche 36 libri, scritti da autori prediletti dai sostenitori della Fratellanza (tra cui un testo firmato dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan) sono stati dati ieri alle fiamme in una biblioteca di Hurghada.
Infine, è ripreso il processo all’ex presidente Hosni Mubarak, accusato di aver ordinato di sparare ai manifestanti nelle proteste del gennaio 2011. Condannato all’ergastolo, Mubarak ha visto azzerato il procedimento a suo carico per vizi procedurali. Dall’agosto scorso, l’ex raìs è stato scarcerato e si trova ricoverato nell’ospedale militare di Maadi.
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