Internazionale

Egitto, al via la nuova Costituzione

Egitto, al via la nuova CostituzioneScontri al Cairo – Reuters

Cairo Violenti scontri tra pro e anti Morsi:11 morti e almeno 66 le persone arrestate

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 24 luglio 2013

L’attesa invasione del centro del Cairo da parte degli islamisti è arrivata ieri notte. Secondo il ministero della Sanità, gli scontri tra pro e anti Morsi in tutto il paese hanno causato almeno undici morti e decine di feriti. Le violenze più cruente hanno avuto luogo tra islamisti e militari all’ingresso dell’Università del Cairo, nel quartiere di Giza, dove hanno perso la vita otto persone. Proprio in piazza Nahda, antistante l’ateneo, da settimane prosegue il sit-in permanente dei sostenitori del deposto presidente Morsi. Secondo gli islamisti, intervistati dalla stampa locale, sconosciuti mascherati hanno attaccato l’assembramento della Fratellanza. A quel punto la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni.
Uno degli episodi più controversi in merito alle violenze di ieri ha coinvolto un secondo gruppo di islamisti che hanno marciato verso l’ambasciata degli Stati uniti al Cairo, nel quartiere di Garden city, a due passi da piazza Tahrir. Qui è iniziato uno scontro armato con gli attivisti che presidiano la piazza, causando almeno un morto. Sarebbero stati i «rivoluzionari» a fare fuoco sul gruppo di mille Fratelli che marciavano verso la sede diplomatica. Poco prima il leader della confraternita Essam el-Arian aveva scritto su twitter che gli Stati uniti hanno favorito il golpe, invitando i manifestanti a dirigersi verso questa rappresentanza diplomatica. «Gli islamisti hanno raggiunto Tahrir da piazza Ramsis (teatro di altri scontri cruenti nei giorni scorsi, ndr), quando sono iniziate le violenze, ho visto armi da entrambi le parti», ci racconta Hussein Ansari, che presidia l’accampamento nella piazza.
Anche dall’assembramento di Rabaa el-Adaweya nel quartiere Medinat Nassr, è partita una marcia notturna verso l’aeroporto del Cairo. Poco prima, l’ex presidente della dissolta Camera alta (Shura), Ahmed Fahmy aveva tenuto, alle porte della moschea simbolo dei pro Morsi, un grande comizio. Vi avevano preso parte 140 ex parlamentari, vicini alla causa islamista: si è trattato di una vera e propria seduta straordinaria del precedente parlamento il cui ordine del giorno è stata la detenzione di Morsi. Infine, nella città a nord del Cairo di Qalioubeya i morti sono stati due in scontri tra pro e anti Morsi. Secondo il ministero degli Interni, in totale sono state arrestate 66 persone, soprattutto Fratelli musulmani, per le violenze della scorsa notte.
Proprio mentre saliva il bilancio delle vittime, gli schermi delle televisioni pubbliche mandavano in onda il video del discorso del presidente ad interim Adli Mansour (secondo un sondaggio apparso sulla stampa locale, il suo nome risulta sconosciuto alla maggioranza degli egiziani), che ha fatto appello alla riconciliazione nazionale in occasione dell’anniversario del colpo di stato militare del 1952, raccontato qui come una rivoluzione. Mentre, dietro le quinte, prosegue la marcia per riscrivere la Costituzione egiziana. Proprio la scorsa domenica Mansour aveva accelerato le tappe della road map per la formazione della Commissione di esperti che dovrà elaborare gli emendamenti alla Costituzione, sospesa dopo la destituzione dell’ex presidente Morsi del 3 luglio scorso. Gli esperti, scelti da Mansour, sono sei magistrati e quattro professori di diritto e avranno un mese di tempo per sottoporre proposte a un’Assemblea costituente di 50 personalità.
Sono arrivati ieri anche i primi provvedimenti del nuovo governo, guidato da Hesham Beblawi. Subito abolita la detenzione per i giornalisti accusati di insulti al presidente. Il governo ha dato il via libera poi alla formazione di una Commissione per la stampa e alla riforma del Consiglio per i diritti umani. Ma le nuove libertà sembrano andare a senso unico, il direttore del quotidiano filo-governativo Al Ahram Abdel Nasser Salama è stato infatti convocato dal procuratore generale, dopo che il giornale è uscito col titolo a tutta pagina «Morsi agli arresti per quindici giorni». E così è arrivato anche lo sfogo con i giornalisti della figlia di Morsi, Shaymaa, 32 anni: «È un vero e proprio rapimento, una violazione dei più elementari principi dei diritti umani», ha denunciato. Un altro figlio dell’ex presidente, Osama, ha puntato il dito contro il generale Abdel Fattah al-Sisi, a suo avviso, responsabile del «sequestro» del padre, promettendo di ricorrere alla Corte penale internazionale.
Lunedì è arrivata anche la denuncia della detenzione di Morsi da parte dell’Unione europea. Dopo la cancellazione di fondi di Bruxelles all’Egitto, pari a cinque miliardi di euro negli ultimi giorni, l’Ue ha chiesto la liberazione «di tutti i detenuti politici», incluso l’ex presidente Morsi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento