Eftimios disegna farfalle
Fulmini e saette Eftimios 12/41. I figli degli amici non vengono più? In certi periodi Eftimios bambino non poteva uscire di casa. Le sue difese immunitarie – sono parole di dottoresse e dottori […]
Fulmini e saette Eftimios 12/41. I figli degli amici non vengono più? In certi periodi Eftimios bambino non poteva uscire di casa. Le sue difese immunitarie – sono parole di dottoresse e dottori […]
Eftimios 12/41.
I figli degli amici non vengono più?
In certi periodi Eftimios bambino non poteva uscire di casa.
Le sue difese immunitarie – sono parole di dottoresse e dottori – erano troppo basse. Anche un raffreddore era pericoloso. Così, stava a casa, a disegnare, con tutto quello che aveva intorno tutto quello che aveva dentro. Pennarelli, cicciotelli e fini, Carand d’Ache e Standa, tempere, acquarelli, pastelli e matite, «matite Fila pastelli Giotto / se nel disegno vuoi prendere otto», penne blu nere verdi rosse, pennelli piccoli e grandi, ore e ore. In silenzio, in musica. Fogli di carta da disegno, fogli di quaderno, fogli di notes, foglietti, fogli piegati con le tempere dentro, «farfalla!», «ragno!»
E i castelli di legnetti colorati? Gialli, cubi gialli e rossi e blu, e ponti, e piramidi, e parallelepidedi. Nascevano dalle fondamenta castelli allegri, fantasmagorici. E il Lego? Niente Lego. E le carte? Niente carte. E le pulci? Le pulci sì. E le palline colorate? Le palline di vetro colorate dentro sì. E lo Shangai? Sì. Le mani, le mani di Eftimios. Dita lunghe, da pianista, ferme, da chirurgo, leggère, da asiatico mediterraneo.
«I figli degli amici non vengono più, papà?» «Da quanto tempo non vengono, Eftimios?» «Cinque settimane.» «Anche Paolo?» «Paolo da sette.»
Gli amici lo sapevano bene che la leucemia non è infettiva. Persone colte, maiuscole, l’Università, la Scuola, il Quotidiano, il Settimanale, il Mensile, il Trimestrale, la Casa Editrice, il Partito, la Scuola di Partito, le Feste dell’Unità, la Chiesa, il Sindacato, le Manifestazioni, le Processioni, le Domeniche Ecologiche, ‘la Repubblica’, la Filosofia, l’Arte, i Discorsi, i Convegni, i Seminari, le Accademie, gli Aperitivi Letterari, i Congressi, i Consessi, ma non venivano più. La matematica insegnata e la superstizione praticata, le medicine e l’astrologia, il cristianesimo no il buddismo sì, il ‘a giugno vado in India, no, meglio un’isola greca, si mangia il pesce fresco, che mare! Paolo? I professori li caricano di compiti, i ragazzi, ci vediamo una di queste sere – veniamo noi. No, Paolo no, va a letto presto.’
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