Visioni

Eddie Vedder incendia Firenze

Eddie Vedder incendia FirenzeEddie Vedder durante l'esibizione a Chicago per il saluto a Barack Obama nel 2016 – foto La Presse

Musica Le tre giornate del neonato festival fiorentino. Live set da brividi con una grande performance della voce dei Pearl Jam in versione solista

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 27 giugno 2017

Si chiude sulle note, potenti di Sugar dei System Of A Down il primo Firenze Rocks festival (23-25 giugno), nell’area dell’ex ippodromo Visarno, a due passi dalla Stazione Leopolda.Il sole si sta abbassando quando Chuck D, voce dei Public Enemy, B Real, cantante dei Cypress Hill, con Tom Morello, Tim Commenford e Brad Will, musicisti dei Rage Against The Machine, salgono sul palco del terzo e ultimo giorno di festival: show potente e ben costruito. I due rapper interpretano al meglio le parti vocali di De La Rocha ma l’assenza del cantante dei RATM lascia un po’ di amaro in bocca ai nostalgici. Morello è in grande forma, famoso per il suo grande gusto nell’uso della chitarra oramai è inseribile nella hall of fame dei grandi chitarristi rock anche per tecnica, intenzione e approccio. Le hit targate Rage Against the Machine passano e si alternano ad alcuni classici di Public Enemy e Cypress Hill. Toccante il ricordo di Chris Cornell, con un brano degli Audioslave cantato da Serj Tankien, voce dei System Of a Down.

Ma è stato sabato l’apice della rassegna, grazie a un’entusiasmante esibizione di Eddie Vedder. Voce brillante,Vedder in versione «solista» si alterna a chitarra elettrica e acustica, banjo, ukulele, mandolino e l’organo. Rende omaggio ai Pink Floyd di «Confortably Numb» e poi adatta il repertorio dei «suoi» Pearl Jam, tra cui «I Am Mine» e «Black», e aggiunge un paio di pezzi di Neil Young e anche «Imagine» di Lennon. La fine dello show è in compagnia di Glen Hansard, che aveva scaldato il pubblico con chitarra e voce. Tenere alta l’emozione di decine di migliaia di persone stando da soli sul palco non sono spiegabili solo perché ti chiami Vedder.

In mezzo gioca con il pubblico, legge un messaggio in italiano, beve vino rosso e dice «queste cose succedono solo in Italia». Chiude con «Hard Sun» e una dedica commossa al «fratello» Chris Cornell. Sontuoso, intenso e adrenalinico, un concerto epico.

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