Per Eddie Bunker, nato il capodanno del ’33, e morto nel luglio del 2005, la prigione è il luogo dell’eterno ritorno, il buco nero che t’inghiotte e, nei rari casi in cui ti sputa fuori, ti lascia marchiato per sempre. Stimato autore di hard boiled barocchi e duri come il cemento dei pavimenti della cella di cui i piedi di Mad Dog/Willem Dafoe hanno nostalgia nel film di Schrader, Bunker arrivò in prigione, per la prima volta, quando era poco più che teenager, a forza di furtarelli e difughe dalle foster home e dagli orfanatrofi a cui i suoi genitori...