Ecco come nasce la bufala dei nordafricani
Omicidio Rega «La falsa notizia della cattura di quattro nordafricani in relazione all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega è stata pubblicata da un collega della vittima e diffusa da un agente della […]
Omicidio Rega «La falsa notizia della cattura di quattro nordafricani in relazione all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega è stata pubblicata da un collega della vittima e diffusa da un agente della […]
«La falsa notizia della cattura di quattro nordafricani in relazione all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega è stata pubblicata da un collega della vittima e diffusa da un agente della Guardia di Finanza, che ha esposto le foto dei presunti colpevoli sulla sua pagina facebook»: è quanto sostiene il sito wired.it, che ieri ha pubblicato gli screen shot delle pagine social.
Venerdì mattina si diffonde la notizia dell’omicidio del vicebrigadiere, alle 11 i due sospetti statunitensi vengono fermati ma per tutta la giornata rimbalza la notizia che le forze dell’ordine sono sulle tracce di due magrebini, la politica amplifica la notizia con commenti e offese. Wired scrive: «Si inizia a parlare di «caccia a due nordafricani» a causa di un titolo del Messaggero (ora modificato senza traccia di rettifica all’interno del pezzo) immediatamente rilanciato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. In un articolo successivo, ancora il Messaggero fornirà un identikit più preciso dei ricercati, descrivendo uno dei due come “alto 1.80 e con le meches”».
La notizia si diffonde sulle altre testate senza alcuna conferma ufficiale. «Alle 12.47 la pagina facebook Puntato, l’app degli operatori di Polizia, annuncia la cattura di quattro nordafricani – prosegue il sito -, “tre cittadini di origini marocchine e uno di origini algerine”, con tanto di foto segnaletiche e occhi coperti per tutelarne la privacy. Si tratta naturalmente di una bufala, che resta online per un lasso limitato di tempo, ma tanto basta a scatenare il web. La pagina di Puntato è ritenuta una fonte piuttosto affidabile, non solo perché è l’account ufficiale di una app privata ma agganciata al sito della Polizia e dunque utilizzata dalle forze dell’ordine per, citando il sito web ufficiale dell’azienda, “fare controlli speditivi del veicolo e redigere verbali”, ma soprattutto perché è amministrata da due carabinieri attualmente in servizio».
Su twitter spuntano le schede segnaletiche dei quattro presunti sospetti, documenti riservati e non oscurati che riportano nome, cognome, fotografia e persino informazioni relative a domicilio e genitori degli uomini: «Uno degli utenti che per primo ha postato le immagini, per poi cancellarle, ha rivelato di averle trovate su Portale Difesa, un aggregatore di notizie sulle forze armate dotato di forum e gruppo chiuso su facebook. A dare la definitiva visibilità alla falsa notizia – conclude Wired – ci ha però pensato una pagina facebook chiamata “Soli non siamo nulla. UNITI Saremo TUTTO”, che ha ripubblicato la foto messa in giro da Puntato, accompagnandola con la didascalia “Ora lasciateli a noi colleghi e al popolo, faremo giustizia”. Prima di essere cancellato, il post è rimasto online per sei ore, ottenendo quasi 5mila condivisioni».
Unico amministratore della pagina è V. G., da 27 anni agente della Guardia di finanza. La sua pagina facebook è costellata di riferimenti alla destra e al fascismo. La Guardia di Finanza ha confermato a Wired di aver attivato «urgenti approfondimenti sulla vicenda» e che eventuali responsabilità saranno poi trasmesse all’autorità giudiziaria.
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