Europa

«E ora un blocco anti-austerità»

«E ora un blocco anti-austerità»Ernest Urtasun

Intervista a Ernest Urtasun Candidato di Iniciativa Catalunya Verds, stella nascente della sinistra spagnola: «I socialdemocratici hanno abbracciato il programma del rigore. Non possiamo contare su di loro per costruire l’alternativa»

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 14 maggio 2014

Non è facile assistere a un incontro politico autentico, con persone vere, in un luogo che non sia un patinato studio televisivo. L’incontro organizzato dalla marca catalana di Izquierda Unida, ICV (Iniciativa Catalunya Verds) venerdì scorso nel cuore del quartiere popolare di Sants, a Barcellona, aveva anche un altro pregio: riuniva sotto lo stesso tetto candidati catalani, italiani, francesi e greci sotto il cartello «Le sinistre del sud Europa contro la Troika» (il Portogallo era rappresentato da Grândola, Vila Morena che ha chiuso l’incontro). Per l’Italia c’erano Giuliana Sgrena e Camilla Seibizzi (Altra Europa per Tsipras), c’era il greco Stavros Karagkounis (Syriza) e il Front de Gauche francese era rappresentato da Phillippe Ogonowsi.

Per la Catalogna c’erano Núria Lozano (di Esquerra Unida i Alternativa, associata a ICV) e la stella nascente Ernest Urtasun, di ICV, numero 1 in Catalogna e in virtù della bizzarra legge elettorale, numero 3 nella lista cerniera nazionale di Izquierda Unida. Per le Europee il collegio è unico, e i voti espressi per tuttii partiti associati a IU finiranno in un unico calderone, ma in Catalogna gli elettori avranno davanti solo la scheda di ICV-EUiA. La sinistra parte con i due seggi conquistati nel 2009. Le stime più ottimiste le assegnano fino a sei seggi, per cui Urtasun, economista e diplomatico, classe 1982,sarà certamente dentro (l’agguerritissima Lozano, numero 9 nella lista nazionale, probabilmente no). Urtasun, a parte catalano e spagnolo, parla italiano, francese e inglese.

Scelga tre priorità per il tuo mandato.

La prima, recuperare la democrazia europea sequestrata dalla Troika. Per questo dobbiamo cambiare radicalmente i trattati europei, utilizzando l’articolo 48del trattato di Lisbona,se riusciamo a configurare una maggioranza al parlamento europeo. La seconda priorità è ottenere un cambio radicale di politica economica. Dobbiamo costruireun blocco anti-austerità che riesca condizionare la prossima commissione. Una terza priorità, per me molto importante, è quella di rafforzare la ricostruzione della sinistra europea.

Ma le sinistre dei paesi del nord lotteranno con voi?

Credo di sì. In questi anni c’è stato un cambiamento nel sindacalismo di alcuni di questi paesi, specialmente in Germania. Ora è meno timido nel lottare per una difesa del welfare e dei diritti sociali a livello europeo. Evidentemente la costruzione di una sinistra europea non è facile perché le realtà di ciascun paese sono diverse, e le sinistre del sud si capiscono molto meglio fra loro. Ma ora la dinamica è più positiva che alcuni anni fa.

Quali i tre principali pericoli per l’Europa?

Il primo è che continuino le politiche economiche attuali. Cioè la distruzione del welfare europeo e quindi della coesione sociale in tutti i paesi. In secondo luogo, mi preoccupa moltissimo la crescita dell’estrema destra, per cui l’austerità è un motore. Il terzo è che se non rimettiamo al centro della politica il benestare sociale, metteremo in pericolo lo stesso progetto europeo.

Parlando di austerità, qual è la vostra posizione sul debito pubblico?

Credo che abbiamo generato un processo di indebitamento che è ingiusto e illegittimo. Ci vuole un auditing europeo per stabilire come ristrutturare il debito che sta uccidendo il welfare dei paesi debitori. I creditori dovranno perdere una parte dei loro investimenti nell’economia-casinò. Il debito è un problema comune, non solo greco, italiano o spagnolo. In secondo luogo, dobbiamo eliminare gli strumenti che oggi ci soffocano per pagare questo debito, come il patto fiscale e la regola d’oro che è stata introdotta in alcune costituzioni come quella spagnola. E terzo, abbiamo bisogno di una Bce diversa.

Come affrontano i partiti della sinistra europea il tema dell’immigrazione?

Il principale problema è che sono solo i ministri degli interni che controllano la questione e nessun altro. Dobbiamo essere capaci di strappare questa competenza ai ministri. La Ue deve sviluppare una politica totalmente diversa il cui asse centrale sia una gestione degli arrivi non strettamente securitaria, ma umanitaria. La gente che arriva non deve essere ricevuta da poliziotti, ma da agenti sociali.

Si dice che così arriveranno troppi immigrati

In Spagna per esempio questo è falso. Tra l’altro stiamo perdendo popolazione, gli immigranti se ne stanno andando perché qui non c’è lavoro. Basta guardare le statistiche.

Gli altri candidati sul palco si iscriveranno al gruppo della Sinistra europea, come quasi tutti i colleghi di IU. Lei nei verdi. Non è un po’ ambiguo?

Invece è un punto di forza. Il blocco anti-austerità che dobbiamo configurare nel parlamento europeo si baserà su due gruppi, verdi e sinistra unitaria. Noi lavoriamo per l’unità di questi gruppi.

Ma avete candidati diversi per la commissione.

Il fatto è che la votazione non sarà diretta. Il consiglio sceglierà un candidato e ce lo manderà in parlamento. Ci dovremo mettere d’accordo per bloccare il candidato di destra o socialdemocratico. Non ci troveremo nella situazione di votare cose diverse.

C’è uno spazio per lavorare con i socialisti?

Credo che i socialdemocratici in questo momento hanno abbracciato completamente il programma di austerità. Noncredo che allo stato attuale possiamo contare su di loro per costruire l’alternativa.

Una valutazione sulla commissione Barroso.

La peggiore commissione europea della storia. Soprattutto perché è stata mera esecutrice degli interessi delle oligarchie finanziarie europee. La funzione principale della commissione europea è difendere gli interessi di tutti gli europei contro i diversi interessi nazionali. Barroso invece ha presieduto una commissione al servizio degli interessi nazionali degli stati forti.

In Grecia Syriza potrebbe vincere. In Spagna, nel migliore dei casi, la vostra lista arriverà al 13-14%. Perché?

Noi stiamo crescendo e pertanto queste elezioni saranno un passo in avanti. Certo, Syriza è un modello. Loro hanno una virtù da cui noi dobbiamo imparare:sono stati capaci di entrare in sintonia con la sofferenza delle persone.

Come spiegherebbe alle altre sinistre il tema del cosiddetto “diritto a decidere”, il referendum sull’indipendenza catalana?

Io difendo il diritto a decidere perché i cittadini catalani in modo molto chiaro dicono che hanno voglia di votare sul futuro politico della Catalogna. Da un punto di vista democratico, internazionalista e repubblicano, bisogna dare una risposta democratica a una richiesta democratica. Credo che la sinistra può difendere il diritto a scegliere dalla radicalità democratica.

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