I numeri sono larghissimi in parlamento, un po’ stretti invece al governo. Draghi deve fare i conti con la legge che stabilisce un numero massimo di quindici ministri “veri”, già raggiunto con l’annunciata promozione di Garavaglia che ieri si è visto assegnare un generico «coordinamento di iniziative nel settore del turismo» ma presto riceverà delega e portafoglio. Per la stessa ragione l’«innovazione» di Colao resterà senza portafoglio e quella di Cingolani continuerà a chiamarsi «ministero dell’ambiente e della tutela del mare» in attesa di una legge che lo trasformi, con altre deleghe, nel ministero più o meno super della «transizione...