E Grillo minaccia: «Andiamo via dal parlamento»
5 Stelle Il leader: "Non restiamo a farci prendere per il culo"
5 Stelle Il leader: "Non restiamo a farci prendere per il culo"
Prima la proposta di trasferire il parlamento in piazza per spiegare ai cittadini i rischi del ddl Boschi. Adesso l’idea di abbandonare del tutto Camera e Senato per dar vita a un Aventino pentastellato. «Che ci rimaniamo a fare in parlamento? A farci prendere per il culo, a sostenere un simulacro di democrazia mentre questi fanno un colpo di Stato?», ha scritto ieri sul blog Beppe Grillo minacciando dimissioni di massa dei parlamentari M5S. «Rimarremo ancora fino a quando sarà possibile cercare di evitare il colpo di Stato con l’eliminazione del Senato elettivo», dopo di che «se questi rottamatori della Costituzione non ci lasceranno scelta ce ne andremo, meglio uscire e parlare con i cittadini nelle piazze di Roma e d’Italia, meglio fare agorà tutti i giorni tra la gente che reggere il moccolo ai traditori della democrazia e della patria, li lasceremo soli a rimestare le loro leggi e usciremo tra i cittadini. Aria fresca».
Mentre al Senato fallisce la mediazione messa a punto dal dissidente Pd Vannino Chiti, e i senatori del M5S con le altre opposizioni protestano urlando tutti in piedi contro la decisione del presidente Grasso di non far votare con scrutinio segreto parte di un emendamento presentato da Sel, Beppe Grillo tiene alta l’attenzione dei suoi ventilando un’uscita in massa dalle camere. In realtà quelle del leader rischiano di essere solo parole, visto che l’ipotesi delle dimissioni di massa difficilmente sarà messa in atto. E per più di un motivo. Se l’intenzione è infatti quella di rallentare l’iter del ddl Boschi facendo discutere le dimissioni dei 40 senatori prima, e dei 100 deputati dopo – visto che devono essere votate dall’aula di appartenenza – l’ostacolo verrebbe facilmente superato calendarizzando il dibattito dopo l’approvazione delle riforme. Inoltre, una volta accettate, ai dimissionari subentrerebbero i primi dei non eletti, rendendo così del tutto inutile il gesto di protesta. Se poi questo non dovesse avvenire perché impedito da Grillo e Casaleggio, il M5S resterebbe fuori dal parlamento fino alle prossime elezioni, rischiando così di scomparire del tutto agli occhi dei suoi elettori.
Del resto la stessa idea di portare il parlamento in piazza, uscita all’assemblea congiunta deputati-senatori di lunedì e sulla quale ieri Grillo ha chiesto alla rete di esprimersi, non ha scaldato gli animi più di tanto. Su Facebook il deputato Cristian Iannuzzi esprime le perplessità di molti pubblicando il post di un attivista che chiede: «Scusate la domanda, ma cosa dovrei votare oggi? Favorevole o contrario all’uscita dal parlamento e al bivacco nelle piazze senza ottenere nulla, perché durerà poco?». «Io non so cosa rispondere», ammette Iannuzzi. E non deve essere stato l’unico. A sera sul blog appaiono i risultati del sondaggio, favorevoli all’iniziativa proposta da Grillo: 17.770 sì contro 3.799 no. Ma a votare sono stati davvero in pochi, appena 21.569 su 100 mila iscritti, che rappresentano il risultato più basso ottenuto da un sondaggio del blog. E comunque lontani anni e anni luce dai nove milioni di elettori sui quali Grillo poteva contare.
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