Lavoro

E domani tutti a San Giovanni

E domani tutti a San Giovanni/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/10/23/24eco1f01 sabbadini manifestazione nazionale cgil 27 11 10 024355 – Foto di Andrea Sabbadini

Cgil La Cgil a caccia di pullman. Sul palco due sorprese e la sola Susanna Camusso Alla manifestazione parleranno tanti lavoratori: dall’operaio di Terni alla giovane partita Iva. Landini passerà da un corteo all’altro

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 24 ottobre 2014

Cercansi pullman disperatamente per un palco fatto di soli lavoratori. La vigilia della manifestazione di piazza San Giovanni della Cgil per molti dirigenti territoriali e nazionali passerà al telefono con improbabili agenzie estere, mentre le categorie stanno scegliendo il lavatore che li rappresenterà tutti dal palco. In Italia infatti i pullman a disposizione sembrano esauriti su tutto il territorio.

«La notizia deve essersi sparsa – raccontano da Corso Italia – perché sono arrivati a chiederci cifre folli: svariate migliaia di euro per affittare un pullman a peso d’oro». Se venerdì scorso quelli prenotati erano già 2.300 ora si punta a superare quota 3mila.

Chi invece ha risolto il problema alla radice è la rossa Emilia-Romagna. Dopo aver riempito piazza Maggiore con lo sciopero generale di venerdì scorso, la Cgil regionale è riuscita a trovare altri tre treni speciali, portando il totale a quota 10 a livello nazionale.

Ieri intanto si è iniziato a montare il palco. Per stoppare sul nascere le ormai proverbiali polemiche sul posizionamento – «Lo hanno messo avanti per rimpicciolire la piazza» – la Cgil ha deciso di fare le cose in modo scientifico. «Il palco è esattamente nella stessa posizione delle manifestazioni precedenti e in più per riempire il più possibile la piazza, abbiamo deciso di liberarla completamente da strutture. Ci saranno solo un presidio medico e qualche banchetto. Per il resto spazio alle persone», spiega Nino Baseotto, segretario confederale con delega all’organizzazione.

Ligio alla consegna di non dare cifre, Baseotto è comunque «sempre più ottimista». I segnali che vengono dal territorio sono positivi. «La manifestazione continua a montare anche in questi ultimi giorni, le richieste di partecipazione continuano ad arrivare». Non saranno i tre milioni del Circo Massimo, ma la piazza sarà certamente piena.

L’altra consegna è quella di non svelare le «sorprese» che apriranno il corteo e che ci saranno a San Giovanni. Per adesso si sa che ci sarà un intervento dal palco e un filmato. Ma nessuna indiscrezione sull’identità dei personaggi.

La decisione intanto è presa. Dal palco parleranno solo lavoratori. Nessun dirigente fino alla chiusura di Susanna Camusso. Mentre si è deciso unitariamente che ad un certo punto saliranno sul palco tutti i componenti del gruppo dirigente, segretari confederali, regionali e i segretari generali di categoria, per dare il senso di una manifestazione tutta confederale.

La scelta dei lavoratori che parleranno non è ancora ultimata. Di sicuro si sa che parlerà Alessandro, rsu Fiom alle Ast di Terni – nuova Pomigliano del mondo del lavoro – mentre all’antipodo opposto del caleidoscopio del lavoro ci sarà Valentina, 31enne partita Iva di Milano – la cui storia potrete leggere sull’inserto speciale del Manifesto in edicola domani.

Ci sarà una lavoratrice migrante stagionale agricola dalla Calabria, uno studente, un lavoratore chimico, uno degli appalti dei trasporti – falcidiati dalle crisi Alitalia, Meridiana e di tutto il trasporto pubblico locale (Tpl) – una lavoratrice negli appalti del commercio e un gruppo di lavoratori edili.

Proprio questi ultimi saranno ben riconoscibili nei cortei e in piazza. Hanno infatto deciso di presentarsi «con dei cappelli di carta, quelli che i muratori usavano nel dopoguerra, con il logo Fillea stampato al contrario», racconta il segretario generale Fillea Walter Schiavella. «Con quei cappelli vogliamo dire che la crisi ha riportato il settore indietro di trent’anni. Per invertire la tendenza occorre cambiare ilverso contromano che ha preso il governo Renzi». Governo che per il leader Fillea «sta proseguendo l’azione dei governi precedenti, Monti e Letta, e cioè abbassare le regole e ridurre i diritti, promettendo pioggia di risorse per aprire i cantieri – 43 miliardi annunciati ad agosto – per poi ridurre il tutto a bruscolini, poche centinaia di milioni per il 2014».

Maurizio Landini cercherà invece una specie di ubiquità. Partirà dal concentramento di piazza Esedra, farà una parte del primo corteo per poi trasferirsi all’altro, quello che partirà da Ostiense. Se per lui le strette di mano e gli applausi sono assicurati, più problematica sarà la situazione per i parlamentari Pd che hanno annunciato la loro presenza. Molti di loro hanno deciso di farsi vedere solo in piazza, senza percorrere i cortei, per evitare il pericolo di fischi.

La stessa mattina, ma nella piccola piazza vicina a Bocca della Verità, scenderà in piazza financo l’Ugl. Renzi difatti ha scontentato tutto il mondo del lavoro. Ma la Cisl della nuova gestione post Bonanni di Annamaria Furlan continua a dargli credito. «Mi piaceva moltissimo il Renzi giovane rottamatore della Leopolda – ha spiegato -. Vorrei rivedere un po’ di quel fuoco sacro del cambiamento anche sulle politiche sviluppo e occupazionali. Se lo farà – assicura – avrà con noi un’alleanza forte». Poi ha voluto subito mettere le mani avanti rispetto allo sciopero generale già annunciato da Camusso e Landini. «Non credo che oggi siano utili».

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