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E così le scuole private si accaparrano i soldi pubblici

E così le scuole private si accaparrano i soldi pubblici/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/12/15/buona scuola non la vogliamo

La riforma Proteste di M5S, Cgil e associazioni, ma il governo sembra intenzionato a concedere gli sgravi. Il Pd resta spaccato, e i cattolici festeggiano: ma chiedono di approvare in fretta la legge

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 5 marzo 2015

Se l’assunzione di una parte dei precari è ancora a rischio, le scuole paritarie e cattoliche quasi esultano. Il governo Renzi ha confermato di volere inserire nel disegno di legge le detrazioni fiscali promesse dal sottosegretario all’Istruzione Toccafondi, confermate dal ministro Giannini, e rivendicate da 44 parlamentari del Pd insieme a quelli dell’Ncd. Ma avrebbero voluto da Renzi un decreto legge, così da incassare il bonus fino a 4 mila euro a famiglia e il 5 per mille subito. Così non è stato e ieri Famiglia Cristiana ha iniziato a dubitare del progetto del governo: «Quello di Renzi è un bluff o è #lavoltabuona?». Toccafondi ha rassicurato: «Il governo sta attuando una piccola riforma culturale e sta superando con il realismo un pregiudizio perché autonomia e parità riguardano la scuola nella sua totalità, statale e non statale».

L’operazione ideologica è vasta, trasversale e ben congegnata. A riprova c’è l’appello pubblicato da Avvenire firmato da 37 parlamentari e due eurodeputati di Forza Italia: «Ci uniamo alla lettera indirizzata da 44 colleghi deputati – hanno scritto – per chiedere che nel ddl per la “buona scuola” trovi piena realizzazione la garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa della famiglia». A confermare l’avanzata del fronte che intende aumentare le risorse pubbliche per i privati è sceso in campo l’ex ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer: «È con l’autonomia che si afferma, in pratica, il pluralismo educativo», ha detto.

Le destre sono schierate con la Chiesa cattolica. Il Pd è spaccato come una mela. È uno degli effetti prodotti dall’approvazione della legge sulle paritarie del 2000 voluta dal centro-sinistra. Un vulnus costituzionale che da allora ha prodotto numerose polemiche. Ieri la segretaria Cgil Susanna Camusso ha attaccato anche questa decisione del governo sulla scuola: «Siamo di nuovo di fronte ad annunci ripetuti senza avere chiari gli obiettivi, mentre si continuano a concedere risorse alle scuole paritarie e private che è esattamente l’opposto del dettato costituzionale che garantisce il diritto allo studio e assume la responsabilità pubblica della garanzia dell’istruzione».

Di «sconvolgimento dei principi e dei valori della Costituzione» parla anche la Flc Cgil, mentre il movimento 5 Stelle attacca: «Gli sgravi fiscali per gli istituti paritari, che costeranno 400 milioni di euro ogni anno – sostiene Riccardo Fraccaro – sono uno schiaffo alle famiglie, agli studenti e agli insegnanti costretti a fare i conti con le enormi criticità che minano il diritto allo studio». La defiscalizzazione fino a quattro mila euro per alunno in favore delle scuole non statali violano inoltre l’articolo 33 della costituzione («senza oneri per lo Stato»).
«Le scuole private prendono già tanti soldi da Stato, Regioni e Comuni – ha detto a Radio Citta Fujiko Giovanni Cocchi del coordinamento per la legge popolare sulla scuola Lip – Sarebbe una cosa improponibile, soprattutto se si trattasse di soldi aggiuntivi. Sono già aumentati i fondi alle private quest’anno, è un ulteriore modo per favorire il privato quando nella scuola pubblica manca anche la carta igienica».

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