È boom appalti, picco dal 2013. Ma l’Anac ha tanto lavoro in più
La relazione al parlamento Cantone illustra i dati del 2017. Settore in ripresa, ma anche migliaia di segnalazioni arrivate all’Autorità anticorruzione
La relazione al parlamento Cantone illustra i dati del 2017. Settore in ripresa, ma anche migliaia di segnalazioni arrivate all’Autorità anticorruzione
In Senato ieri il presidente Raffaele Cantone ha presentato la relazione 2017 sull’attività dell’Autorità anticorruzione al parlamento. Appalti in ripresa ma anche migliaia di segnalazioni arrivate all’Anac, è il dato che segna l’anno appena trascorso: il valore complessivo degli appalti di importo superiore a 40mila euro si è attestato attorno ai 139 miliardi, la cifra più alta registrata dal 2013. C’è stato un aumento dei valori del mercato rispetto al 2016 del 36,2% e del 13,8% rispetto al picco precedente del 2015. Il settore più in espansione è stato quello delle forniture, che fa registrare un aumento del 64% rispetto al precedente anno. Il settore dei servizi (pari a 59,3 miliardi) è cresciuto del 26,2%. Una leggera crescita anche per il settore lavori (23,1 miliardi), che fa segnare un più 12,5%.
Le segnalazioni all’Anac nel 2017 sono state 5.190 relative ad appalti di lavori, servizi e forniture, nel 2016 erano state 4.372. Oltre mille le istruttorie aperte, la metà nel settore dei lavori.
Sono stati poi avviati 26 nuovi procedimenti di proposta di commissariamento in conseguenza di vicende giudiziarie, solo 5 archiviati. Per ulteriori 17 casi sono stati disposti commissariamenti nei confronti di imprese raggiunte dall’interdittiva antimafia, ben 16 riguardavano l’affidamento dei servizi pubblici nel settore rifiuti o gestione dei centri di accoglienza dei richiedenti asilo. L’Anac ha poi inviato a governo e parlamento sette segnalazioni su contratti pubblici e trasparenza.
Ministeri bocciati sulla predisposizione del Piano triennale per la prevenzione della corruzione, il documento che le amministrazioni devono redigere per delineare la strategia di prevenzione. L’Anac ha esaminato un campione di 577 enti: «È emerso un andamento caratterizzato da un trend positivo maggiormente apprezzabile in alcuni comparti, quale le aziende sanitarie. Al contrario il comparto dei ministeri, rispetto ai dati degli anni precedenti, denota un trend negativo, in particolare in termini di coinvolgimento dell’organo di indirizzo politico e degli altri attori interni ed esterni». Aumenta il whistleblowing, cioè le soffiate dei dipendenti su possibili condotte corruttive, 893 nel 2017, ma la normativa assicura una «scarsa tutela della riservatezza del segnalante».
Ricostruzione post-sisma e Giubileo della misericordia i due ambiti con il maggior numero di controlli effettuati tramite la Guarda di finanza. Per il sisma verificati 65 atti di gara per un controvalore pari a circa 76 milioni di euro. L’Anac ha formulato rilievi nel 60% dei casi e nella quasi totalità sono stati rettificati gli atti. I pareri formulati per il Giubileo straordinario sono stati 35, a fronte di complessivi 13 milioni di euro gestiti da Roma Capitale. Le osservazioni si fermano sotto al 50%, 75% l’aderenza ai rilievi. Da gennaio 2017 a marzo 2018, poi, sono stati sottoscritti 15 nuovi protocolli per lo svolgimento della vigilanza collaborativa con altrettante stazioni appaltanti.
«Nell’ultimo triennio – ha spiegato Cantone – nelle classifiche di Transparency International l’Italia ha scalato 15 posizioni, giungendo al 54° posto. Non riteniamo che l’Autorità debba essere destinataria di nuovi poteri e funzioni ma che sia piuttosto messa in condizioni di poter svolgere quelle attribuite». L’Anac è sotto organico per 60 figure professionali: la pianta del personale conta 290 unità ma ne sono previste 350. «Continueremo a lavorare fino al 2020, quando questo consiglio terminerà il suo mandato – ha concluso -. Indebolire l’Anac sarebbe un enorme passo indietro nella lotta alla corruzione».
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