A due settimane dalla prima mobilitazione separata nel settore dell’edilizia – le cinque manifestazioni in periferia di Fillea Cgil e Feneal Uil per difendere il superbonus – la Cisl sembra fare marcia indietro e torna a parlare di «mobilitazione».

Lo fa con Gigi Sbarra all’indomani dell’incontro «molto deludente» a palazzo Chigi con il governo sulla delega fiscale. Il segretario della Cisl parla poco dopo Landini, che a lui e Bombardieri aveva detto: «È il momento di mobilitarci, facciamolo insieme a partire da una campagna straordinaria di assemblee sui luoghi di lavoro, aperte a giovani, pensionati, associazioni, senza poi escludere alcun strumento».

Il segretario della Cisl la prende larga con una lunga analisi alquanto moderata della situazione «inedita». Poi arriva il sì condizionato e causato da «un dialogo con il governo che si va affievolendo». «Che futuro vuole dare il governo al dialogo e al confronto? – chiede Sbarra – Ce lo dica sinceramente. Perché se intende dare alle riforme una prospettiva di reale condivisione, noi ci siamo e ci saremo. Se invece vuole mettere alla prova la capacità di mobilitazione del sindacato, stia pur certo che non ci tireremo indietro», avverte Meloni. E continua: «Caro Maurizio, caro Pierpaolo incontriamoci. Siamo pronti a valutare insieme iniziative di lotta comuni per dare risposte sul merito ai tanti dossier aperti», elencando punto per punto tutti i dossier che il governo ha lasciato a metà, dal fisco alle pensioni. «Vediamoci subito, incontriamoci per definire tempi e modi», conclude Sbarra fra timidi applausi.

Da qua a parlare di unità ritrovata e di sciopero, molta acqua sotto ai ponti dovrà passare. Se Sbarra ha deciso di dividere il fronte sindacale non aderendo agli ultimi due scioperi generali – nazionale contro Draghi, locale contro la prima legge di bilancio del governo Meloni – lo sciopero è uno strumento che la Cisl non usa da molto tempo in molti settori, primo fra tutti l’infuocato trasporto aereo in cui sta percorrendo la strada di contratti separati a partire da Ryanair.

Molto più diretto e favorevole è Bombardieri. Con la sua Uil che «è mobilitata da due mesi sul territorio». «Maurizio hai detto che è ora di mobilitarci, ho sentito Gigi e ho registrato la sua disponibilità, mi pare ci siano le condizioni per l’unità sindacale – sillaba Bombardieri – che dimostri autonomia dai partiti. Tocca a noi ridare speranza ai lavoratori e dimostrare che le cose possono cambiare, per costruire un paese diverso con meno diseguaglianze. Facciamolo insieme, saremo più forti e riusciremo a vincere». Poi ha attaccato frontalmente Confindustria: «I bassi salari sono stati gli ammortizzatori per le imprese di questo paese». Ed è scettico sulla proposta di Sbarra di sperimentare la settimana corta: «In Belgio non ha ridotto l’orario ma articolato diversamente l’organizzazione del lavoro. Invece dobbiamo rivendicare è una riduzione delle ore lavorate a parità di trattamento economico. Il lavoro deve valere di più», conclude Bombardieri, tra gli applausi.