Duecento esuberi a Sky e trecento trasferimenti da Roma a Milano
Editoria & Tv Nella Capitale una perdita secca di 500 posti di lavoro nell'industria dei media e Tv. Sky è il principale gruppo televisivo italiano perché detiene la quota maggiore dei ricavi pari al 15,1% del Sic (Sistema integrato delle comunicazioni). Per l'amministratore delegato Zappia la ristrutturazione è dovuta all'arrivo in Italia di attori con strutture produttive più agili come Netflix e Amazon. Slc-Cgil: "Scelta sciagurata". Stampa Romana: "Intervengano Raggi e Zingaretti"
Editoria & Tv Nella Capitale una perdita secca di 500 posti di lavoro nell'industria dei media e Tv. Sky è il principale gruppo televisivo italiano perché detiene la quota maggiore dei ricavi pari al 15,1% del Sic (Sistema integrato delle comunicazioni). Per l'amministratore delegato Zappia la ristrutturazione è dovuta all'arrivo in Italia di attori con strutture produttive più agili come Netflix e Amazon. Slc-Cgil: "Scelta sciagurata". Stampa Romana: "Intervengano Raggi e Zingaretti"
Sky Italia HA presentato il suo piano di ristrutturazione ai sindacati che prevede il trasferimento di 300 dipendenti (impiegati, tecnici e giornalisti), stima 200 esuberi (80 nelle sedi periferiche e a Milano) e il trasferimento da Cagliari a Milano di circa 10 lavoratori.
I sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, in una nota congiunta, hanno illustrato nel dettaglio quanto programmato dall’azienda con «l’obiettivo di ottimizzare strutture ed obiettivi per i propri investimenti per mantenere la propria competitività, considerando il cambio di scenario complessivo del settore radiotelevisivo rispetto ad una maggiore integrazione con il mondo delle TELCO ed in particolare rispetto all’ingresso di nuovi player (es. Amazon, Netflix,)». Per la sede di Roma di Sky Italia, il piano prevede il coinvolgimento per esubero o trasferimento del 70% della forza lavoro attualmente impiegata (tra impiegati, tecnici, giornalisti).
Sarà trasferita la redazione del TG24, ad esclusione delle redazioni politica e Centro-Sud Italia (comprensive del Personale a supporto tecnico e logistico), parte dell’area Information Technology, gran parte del settore commerciale della direzione Service & Delivery e saranno ridimensionati conseguentemente i settori di Facility Management e Finance. In definitiva sono previsti su Roma circa 120 esuberi e 300 trasferimenti. Riguardo la sede di Milano e sedi periferiche gli esuberi stimati dall’azienda sono circa 80 lavoratori, legati alle aree Finance e Controllo Qualità di Service & Delivery ed ulteriori strutture che verranno comunicate. Per la sede di Cagliari è previsto il trasferimento a Milano per circa 10 lavoratori (Control Room).
La volontà dell’azienda è chiudere l’operazione entro il 2017. L’obiettivo è concentrare gli investimenti nell’Hub di Milano Santa Giulia. La volontà, come spiegato dall’amministratore delegato Sky Italia Andrea Zappia, è consolidare le posizioni dell’azienda dato che sul mercato italiano sono arrivati nuovi soggetti con strutture prorduttive molto più agili come Netflix e Amazon, senza considerare le manovre di Vivendi su Mediaset.
Gli ultimi dati disponibili mostrano che le economie di Sky Italia tengono: il fatturato è di 2,78 miliardi, gli abbonati 4.760.000 (entrambi in crescita). I dipendenti sono circa 4 mila.Gli ultimi dati Agcom del 12 gennaio confermano che Sky è il principale gruppo televisivo italiano perché detiene la quota maggiore dei ricavi pari al 15,1% del Sic (Sistema integrato delle comunicazioni) e a quasi 3 miliardi di euro. Mediaset è seconda e la Rai terza.
Per i sindacati l’Ad Zappia ha avanzato «la possibilità di un confronto teso ad avere il minore impatto sociale possibile e ha proposto ricollocazioni professionali incentivate ed accompagnate, supporto economico e logistico per il Personale oggetto di trasferimento».
“Se queste indiscrezioni venissero confermate nell’incontro che si terrà nei prossimi giorni con l’A.D. di Sky- sostiene Dino Oggiano, Segretario Slc-cgil Roma e Lazio- non solo saremmo di fronte a una possibile perdita di almeno 500 posti di lavoro nella Capitale, ma si tratterebbe dell’ennesimo schiaffo ai lavoratori e al tessuto sociale di una città già ampiamente provata dalla crisi”. “Sky- prosegue Oggiano- è un’azienda con i conti in ordine e dove non sono state annunciate situazioni di crisi. Per questo, se si dovesse arrivare a questa sostanziale chiusura della sede di via Salaria, ci troveremmo di fronte a una scelta sciagurata, dettata esclusivamente dalla volontà di aumentare i profitti, a tutto discapito delle persone che lavorano”.
Il sindacato dei giornalisti Stampa romana fa appello alle autorità locali, la sindaca Raggi e il presidente della regione Zingaretti “a non subire in silenzio una scelta che marginalizza sul piano industriale e editoriale il ruolo della Capitale”. Il sindacato “sosterrà il comitato di redazione e i colleghi nella mobilitazione per la difesa dei posti di lavoro e offre la solidarietà a tutti i dipendenti di Sky costretti improvvisamente a rivedere scelte e piani di vita”.
“Il ministro dello Sviluppo economico valuti di convocare i vertici di Sky e di chiedere chiarimenti sullo stato di salute del gruppo, alla luce anche del fatto che negli ultimi mesi l’azienda ha pubblicamente detto di aver aumentato nel 2016 sia i ricavi che il numero degli abbonamenti» ha detto il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, componente della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera.
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