Due trilioni di aiuti. Trump: «A Pasqua sarà tutto finito»
Usa Casa bianca e Senato hanno annunciato di aver raggiunto un accordo su una proposta di circa 2 trilioni di dollari in aiuti governativi a una nazione in lockdown. L’accordo è […]
Usa Casa bianca e Senato hanno annunciato di aver raggiunto un accordo su una proposta di circa 2 trilioni di dollari in aiuti governativi a una nazione in lockdown. L’accordo è […]
Casa bianca e Senato hanno annunciato di aver raggiunto un accordo su una proposta di circa 2 trilioni di dollari in aiuti governativi a una nazione in lockdown. L’accordo è il prodotto di una maratona di negoziati tra i repubblicani del Senato, i democratici e la Casa bianca, con i Dem che insistevano su protezioni pi forti per i lavoratori e sulla supervisione di un fondo di 500 miliardi per salvare le imprese in difficoltà.
Il voto arriverà in settimana. Quello che si spera a Washington è che il suo effetto su un’economia in crisi sia esponenzialmente maggiore del suo costo, generando 4 trilioni di attività economica.
Questo è il più grosso pacchetto di aiuti economici della storia americana moderna, l’obiettivo è fornire un sostegno finanziario alle imprese costrette a chiudere per il lockdown, e ad aiutare le famiglie e gli ospedali americani. «Questo non è un momento di festa, ma di necessità – ha affermato il leader di minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer.
Questi toni gravi non trovano però eco in quelli che usa Trump.
Intervistato per quasi due ore dalla fida Fox and Friends, e durante una conferenza stampa tenuta poco dopo, The Donald ha incessantemente ripetuto ciò che non si stanca di scrivere su Twitter: che a salvarsi deve essere l’economia, che il lockdown deve terminare in quanto «la cura non può essere peggio de malanno», ed ha anche fornito delle tempistiche: si parla di Pasqua.
Secondo Trump per quella data negli Usa dovrebbe riaprire tutto, non perché i tempi potrebbero essere maturi, ma in quanto «Pasqua è un bel momento. Sarà bello rivedere le chiese piene di gente». Ignorando che proprio «le chiese piene di gente» è una delle situazioni che bisogna evitare in ogni modo, il tycoon è tornato a ripetere che per un’influenza non si chiude una nazione in lockdown, e con un ardito parallelismo ha ricordato che «ci sono moltissimi incidenti automobilistici, ciò non ci porta a chiudere le fabbriche di automobili». Il governatore di New York, Andrew Cuomo, interrogato dai giornalisti riguardo la scadenza di Trump, ha risposto che quelle del presidente sono «linee guida.
L’ultima parola spetta ai governatori».Con 30.000.casi confermati New York è lo Stato più colpito degli Usa, dove, però, sembrano esserci i primi segnali che le restrizioni stiano rallentando la diffusione del virus.
Se domenica le proiezioni mostravano i ricoveri ospedalieri raddoppiati ogni due giorni, martedì si è passati a un raddoppio ogni 4,7 giorni.
«È quasi troppo bello per essere vero – ha detto Cuomo – la teoria è che, data la densità con cui abbiamo a che fare il virus si diffonde molto rapidamente, ma se riduci la densità, puoi ridurre la diffusione, molto rapidamente».
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