Visioni

Due settimane di buon cinema e scommesse sicure

Due settimane di buon cinema e scommesse sicure

Rassegne I titoli del New York Film Festival, iniziato il 25 settembre

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 27 settembre 2015

Qualche grosso titolo hollywoodiano che aspira al circuito degli Oscar, “il meglio” dei festival internazionali di quest’anno, un programma di documentari e uno di cinema sperimentale, l’ormai immancabile sezione dedicata ai classici restaurati (qui si chiama Revivals), una bella retrospettiva dedicata a Nathaniel Dorski e Jerome Hiller, più una litania di incontri e conversazioni e una sezione multimediale intitolata Convergence che, dopo cinque anni, non si capisce ancora cosa sia.

L’apertura ufficiale precipitosamente spostata dall’abituale venerdì al sabato, perché’ non fosse eclissata dalla visita di Papa Francesco, il 53esimo New York Film Festival si annuncia come al solito disegnato per soddisfare molti appetiti (incluso quello salottiero del suo Board che la gestione più austera di Richard Pena non sempre appagava) – il gusto della selezione garantito da un gruppo di lavoro che include, oltre al direttore Kent Jones, Dennis Lim, Amy Taubin, Marian Masone e il direttore di Film Comment Gavin Smith.

Da Zemeckis alle magiche Arabian Nights di Miguel Gomes, dall’ultimo Spielberg, Bridge of Spies, a Arnaud Deplechin e Philippe Garrell, da Michael Moore a Hou Siao Sien e Hong Sang Soo, da Nanni Moretti a Fred Wiseman, Kyoshi Kurosawa e Chantal Ackerman con eventi speciali dedicati a Laura Poitras (un work in progress per la TV, Asylum), Laurie Anderson (Heart of a Dog), Brian De Palma (De Palma), Paul Thomas Anderson (che ha filmato Johnny Greenwood in India per la registrazione di un disco di Shye Ben Tzur) e Athina Tsangari (è la filmmaker in residence di quest’anno) la politique des auteurs del festival è impeccabile e prevedibile allo stesso tempo. Senza errori ma anche senza guizzi. Cannes meno le gaffe che Fremaux ha fatto quest’anno. Toronto agli inizi, prima che diventasse il Walmart dei festival.

Saranno due settimane fitte di buon cinema, in gran parte già dotato di una distribuzione americana, fatto di scommesse sicure. Spiace un po’ l’impressione di un programma fatto a tavolino, e senza mai mettere in gioco (o lasciarsi sedurre dal)la propria curiosità.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento