ExtraTerrestre

Due chiacchiere fra amici per dare un senso alla proprio esistenza

Non è facile raccontare un libro come questo che riporta dei dialoghi tra due amici, gli autori, intervallati da altri con esperti e pensatori, inerenti a riflessioni, meditazioni, sensazioni, illusioni […]

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 14 ottobre 2021

Non è facile raccontare un libro come questo che riporta dei dialoghi tra due amici, gli autori, intervallati da altri con esperti e pensatori, inerenti a riflessioni, meditazioni, sensazioni, illusioni e sogni sui «valori» della vita. Si rischia sempre di «dare» dei pareri o dei giudizi frettolosi. Proviamo allora a guardarlo da un altro punto di vista e cioè da quello che ha spinto gli autori a intraprendere la scrittura di un libro che tratta un argomento, un classico, che ha ispirato centinaia di scrittori essendo uno dei grandi interrogativi filosofici dell’uomo: il bene e il male esistono?

INTANTO INIZIAMO DICENDO che Andrea Degl’Innocenti e Daniel Tarozzi, gli autori del libro, sono due grandi amici e colleghi che da quasi dieci anni condividono un progetto giornalistico basato su valori ben chiari e saldi. Un giorno, però, scoprono quasi per caso che hanno visioni molto più lontane di quanto credessero, forse persino opposte, e decidono di trasformare un possibile allontanamento in una occasione di crescita, indagando giornalisticamente su uno dei più grandi temi dell’esistenza: «Esistono davvero il bene e il male?». Il frutto di questa loro ricerca e delle riflessioni che ne sono scaturite non doveva, a loro giudizio, rimanere in una sfera privata, ma portato a conoscenza di tanti attraverso un libro, appunto, come possibile traccia per nuovi pensieri.

LA PARTICOLARITA’ che differenzia il loro lavoro da tanti altri scritti sullo stesso tema è che Andrea Degl’Innocenti e Daniel Tarozzi sono partiti da un’esigenza pratica e stringente. «Dovevamo capire se avesse senso il nostro lavoro», racconta Andrea Degl’Innocenti. «Assieme ad altre colleghe e colleghi da anni ci occupiamo di un progetto comune, un giornale che si chiama Italia che Cambia (www.italiachecambia.org), che ha un approccio dichiaratamente di valori aperti e non dogmatici»

QUINDI NEL LIBRO, CONTINUA l’autore, «i due protagonisti (gli autori, ndr) sono partiti dai seguenti interrogativi: Ha senso provare a cambiare il mondo basandoci sui valori? I valori uniscono o dividono? I concetti di bene e di male sono utili nel guidare il lavoro del giornalista (e nella vita) o confondono irrimediabilmente le idee?».

TUTTE QUESTE DOMANDE trovano spazio nei tredici capitoli che compongono il volume, ognuno dei quali è un fitto botta e risposta sincero e, talvolta, combattuto, parlando di: Esiste un’etica universale?; Lo sguardo del filosofo; Una prospettiva evolutiva; Facilitazione e valori; Una prospettiva educativa; Dentro la psiche; Beni comuni e giurisprudenza; Un’antropologia del bene e del male; Oltre il conflitto tra bene e male: il Terzo Paradiso; Valori e spiritualità; I valori nel mondo animale.

IN QUESTO VIAGGIO NON SONO soli, ma accompagnati da esperti. Dal confronto con quest’ultimi i pensieri e le convinzioni si evolvono. Troviamo quindi interviste a pensatori di cui gli autori diventano voce narrante e che offrono declinazioni sul bene e il male in diversi ambiti (psicologico, spirituale, filosofico, educativo, antropologico, biologico, giuridico, sociologico), permettendo così di avere una visione più ampia e approfondita possibile sul tema.

NELLE OLTRE 160 PAGINE che compongono il volume troviamo quindi le riflessioni di Francesco Bernabei, Andrea Colamedici, Giuseppe Barbiero, Melania Bigi, Danilo Casertano, Ugo Mattei, Luigi Zoja, Massimo Canevacci, Michelangelo Pistoletto, Lama Palijin Tulku Rinpoche, Angelo Vaira. «Ricorrendo a loro – afferma Degl’Innocenti – ci siamo messi alla ricerca di qualche risposta e, come spesso succede, di altrettante nuove domande».

È UN LIBRO CHE VA LETTO come se d’improvviso ci trovassimo con degli amici nel salotto di casa a dialogare sul nostro modo di essere in questo mondo, sulle illusioni e sulle sconfitte, ma anche sulle soddisfazioni. Alla fine della lettura se ne esce con l’idea che i «due tipi curiosi e poco attendibili», come si definiscono gli autori nel sottotitolo del libro, ci abbiano aiutato ad acquisire punti di vista diversi e per certi versi inesplorati. Ma la domanda di fondo rimane sempre la stessa: «Il bene e il male esistono?».

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