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«Duce, Duce, Anna Frank nel forno». Venezia, capodanno con fascisti e pestaggio

«Duce, Duce, Anna Frank nel forno». Venezia, capodanno con fascisti e pestaggioArturo Scotto e la moglie Elsa Bertholet – LaPresse

Aggredito l'ex deputato Scotto, botte anche a un ventenne La prognosi è 20 giorni, sospetta frattura al naso. Il ragazzo, Filippo Storer, ha provato a fermarli. Solidarietà bipartisan. La presidente della comunità ebraica romana Dureghello: grazie di non aver taciuto

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 2 gennaio 2020

«Eravamo in Piazza San Marco per festeggiare il nuovo anno con mia moglie e mio figlio. Un gruppetto di ragazzi – circa otto – urlavano “duce tu scendi dalle stelle” e “Anna Frank l’abbiamo messa nel forno” immediatamente dietro di me. Mi sono girato verso di loro e ho detto di smetterla, ero spaventato per mia moglie e mio figlio quattordicenne». È l’inizio del racconto di un capodanno inquietante trascorso a Piazza San Marco da Arturo Scotto, ex deputato di Art.1 ed oggi coordinatore nazionale di quel partito. Finisce male. Scotto chiede ai ceffi di smetterla, quelli alzano i toni. E alla fine riceve cazzotti in piena faccia. Ne ricorda due-tre. «Sangue dal naso ma per fortuna nessuna frattura», scrive a caldo su facebook. In realtà nella serata di ieri una radiografia richiesta dai medici rivela «una sospetta frattura ossea del naso», la prognosi è di 20 giorni. In questa storiaccia c’è da aggiungere che Scotto era con la moglie Elsa Bertholet, una combattiva donna francese che per prima ha denunciato l’episodio sui social, e il figlio Enrico, 14enne. E c’è anche un ragazzo Filippo Storer, vent’anni. Interviene e finisce «pestato di brutto», racconta Scotto, «lo ringrazio per il coraggio e il disinteresse». Poi «gli aggressori si sono coperti il volto», segno di una familiarità con queste gesta, «e si sono dileguati». Scotto denuncia ai carabinieri, e ringrazia le forze dell’ordine che ora stanno passando a setaccio le immagini della piazza «più controllata del mondo». L’identificazione della ’squadraccia’ non dovrebbe essere difficile. «Ho indicato le sembianze fisiche di alcuni, uno aveva un tatuaggio sul collo, uno il pizzetto», racconta Scotto al manifesto. Fin qui la cronaca. Poi però c’è la morale di questa storia. «Bisogna smetterla di pensare che sono ragazzate», dice Scotto, «Il fascismo è nato così, all’alba degli anni Venti del secolo scorso» che aggiunge un grazie «ai tanti e le tante che mi hanno chiamato per la solidarietà», «Siamo di più di quelli che vogliono portare l’Italia indietro».

LA SOLIDARIETÀ INFATTI è bipartisan, dalle istituzioni alla politica. Complice la notorietà di uno degli aggrediti, che ha sconsigliato minimizzazioni e distinguo, che pure talvolta sono arrivate in episodi analoghi. Dal presidente della camera Roberto Fico («Non c’è posto nella nostra società e nella nostra democrazia per qualunque apologia del fascismo e per qualunque espressione di violenza e antisemitismo»), al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. L’Anpi, l’associazione dei partigiani, parla di «vile atto di violenza» compiuto da «un gruppo di giovani criminali che inneggiavano al duce».

DAI SUOI COMPAGNI DI PARTITO (per tutti il segretario e ministro Speranza) e di Leu (Grasso), dagli ex (fra i tanti De Cristoforo, Fratoianni, Smeriglio, Acerbo, Boldrini) , dai capigruppo del Pd e dal Pd stesso (il vicesegretario Orlando: «Combattere i fascisti vigliacchi è nostro dovere quotidiano. Ricordiamocelo sin dal primo giorno dell’anno»), dai 5s (Francesca Businarolo), dai forzisti (Mariastella Gelmini a nome di tutti i deputati e Anna Maria Bernini a nome dei senatori), da Pier Ferdinando Casini. DAL LEGHISTA CALDEROLI, vicepresidente del senato, che coglie l’occasione per rispolverare la teoria degli opposti estremismi: «Un abbraccio a lui, alla sua famiglia e al giovane intervenuto per soccorrerlo», «Quanto accaduto è gravissimo e conferma l’inaccettabile clima di odio politico in cui sta sprofondando il Paese: le continue minacce di morte a Salvini, le aggressioni da parte dei centri sociali e degli anarchici ai banchetti dei militanti leghisti in Emilia nelle scorse settimane e questa aggressione a Scotto confermano una deriva estremista, tanto a sinistra quanto a destra, sempre più pericolosa». A rimettere le cose in ordine è Ruth Dureghello, la presidente della Comunità ebraica di Roma, città dove Scotto, campano di origine, oggi vive: «Voglio esprimere la mia solidarietà a Arturo Scotto», dichiara in una nota, «e il mio ringraziamento per non aver taciuto di fronte a un coro infame. Non bisogna cedere ad ogni forma di antisemitismo e razzismo».

E se le aggressioni e le minacce sono reati sempre, Calderoli sembra voler mettere la sordina all’incontestabile riemergere di rigurgiti antisemiti e neonazisti in giro per il mondo. E antisemiti e neofascisti in Italia, sui quali però è arduo sostenere estranea una certa compiacenza della propaganda proprio della sua parte.

PIÙ SERIO IL MONITO di Luca Zaia, presidente del Veneto e anche lui leghista, che parla di vicenda «estremamente grave», sul cui «sfondo c’è l’antisemitismo e il revisionismo, contro cui combattiamo da anni e lanciamo costanti allarmi per la sua diffusione fra i giovani anche attraverso il web, e a pochi giorni dal 27 gennaio, quando saremo al Ghetto di Venezia per celebrare il ricordo della tragedia della Shoah».

E QUELLO DI GIORGIA MELONI, segretaria di Fratelli d’Italia, che sa come rivolgersi alla sua destra e infatti sottolinea che l’aggressione «è ancora più grave perché avvenuta in presenza della sua famiglia» e che a nome dei suoi auspica «che sia fatta piena chiarezza e che i responsabili vengano tempestivamente individuati».

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