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Droghe in Europa, da Lisbona un richiamo al rigore

Fuoriluogo Cosa contiene il Report 2018 dell’Osservatorio Europeo sulle Droghe (Emcdda), recentemente diffuso

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 15 agosto 2018

Nel più assordante silenzio della politica ed anche della stragrande maggioranza di quelle organizzazioni che nel passato erano state molto attive (ad eccezione di alcune cattoliche e di Forum Droghe, che ha rilasciato il rituale – ma non scontato – Libro Bianco sulle droghe 2018) è trascorsa, il 26 Giugno scorso, un’altra Giornata Mondiale sulla Droga. L’Osservatorio Europeo sulle Droghe di Lisbona (Emcdda), intanto, ha diffuso il suo Report 2018.

Ma, prima di accennare al Report, ribadisco che manca ancora la Relazione Annuale al Parlamento sulle Droghe, che, per obbligo di legge, doveva essere resa disponibile entro la stessa data. Sono anni che quest’obbligo viene eluso. Il Report Emcdda lo segnala: l’ultimo rapporto italiano disponibile è relativo all’anno 2016.

Nulla si conosce sulla preparazione del report 2018, sulla sua struttura, su chi ci sta lavorando e sui metodi utilizzati. Un’assenza colpevole, che si somma alla mancanza di notizie sulla Conferenza Nazionale (l’ultima, più di nove anni fa), e alle agghiaccianti esternazioni del neo ministro Fontana.

Torniamo al Report Emcdda, a partire dal primo titolo: Comprendere i problemi in materia di droga in Europa e sviluppare risposte efficaci. l’Osservatorio ribadisce che occorre capire i dati qualitativi e quantitativi attualizzati e, solo dopo, modificare e rinnovare le risposte.

Nel nostro Paese sembrano, ancora, imperanti paradigmi antichi e vecchi preconcetti e le risposte (legislative, sociali, di trattamento e prevenzione) sono vecchie e superate.
Il Report segnala un aumento di produzione di sostanze sintetiche, soprattutto in alcuni Paesi (Francia, Belgio, Repubblica Ceca), un aumento della raccolta di coca e di oppio ed un rafforzamento dell’acquisto via web.

Per la cannabis, si assiste a un aumento della produzione domestica e a consumi modificati a seguito della disponibilità di prodotti legali a basso contenuto di principio attivo, di cannabinoidi sintetici, di cannabis ad elevato contenuto di principio attivo. Nonostante i divieti, il Report stima in quasi 88 milioni gli europei che hanno consumato cannabis nel corso della vita.
Il consumo di oppiacei risulta piuttosto stabile. Mentre ritorna l’incubo delle morti per overdose rispetto alle quali lo Emcdda insiste a proporre l’ampliamento della disponibilità del naloxone considerato il farmaco salvavita, soprattutto per coloro che escono da periodi di detenzione.

È aumentato in Europa il numero e la varietà delle sostanze disponibili, in specie le sostanze sintetiche: un busillis difficile per le strategie di contrasto.

Il macro capitolo dedicato ai danni alla salute derivati dai consumi insiste sulle maggiori conseguenze del consumo di oppiacei, in particolare per via parenterale. La presa in carico e il trattamento dei problemi droga correlati si realizza, in Europa, presso strutture ambulatoriali, per le quali si raccomanda l’adozione di standard di qualità. Dai dati disponibili, sono i nuovi oppiacei e quelli di sintesi a rappresentare i maggiori rischi per la salute.

In conclusione: si ribadiscono i punti critici sui consumi conosciuti e si sottolineano i trend dei consumi in crescita. Esiste una notevole differenza tra qualità e quantità dei dati disponibili per ogni Paese. Due osservazioni problematiche finali: non si fa riferimento, per ciascun Paese, all’approccio legislativo e penale. Che va dalla tolleranza portoghese all’intransigenza di alcuni Paesi Nordici. Infine, non si accenna alla «sofferenza» nell’ambito della ricerca, soprattutto a quella «indipendente».

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