Solo un piccolo tappeto al centro della scena a segnare il luogo deputato allo scontro, l’alcova della coppia protagonista di Oh scusa dormivi, pièce di Jane Birkin, approdata in teatro con la firma di Alessandra Vanzi e Marco Solari, e lo sguardo esterno di Gustavo Frigerio. L’angosciante dialogo tra un uomo e una donna su ricchezze e miserie della loro lunga relazione amorosa, riecheggia note biografiche dell’autrice, l’attrice e cantante britannica, ma francese d’adozione, stra-nota come interprete del censurato brano Je t’aime moi non plus, insieme a l’allora compagno, il poeta Serge Gainsbourg, che scandalizzarono l’Italia del 1969 e si beccarono anche la scomunica papale. Icona della liberazione sessantottina, Birkin (morta lo scorso luglio) entra nei corpi, anch’essi iconici di Vanzi-Solari – portatori della stagione dei Settanta, di quella Gaia scienza con Giorgio Barberio Corsetti – e ne esce una verità cruda e insopportabile. È lei a svegliarlo nel cuore della notte per chiedergli conferme. Frasi brevi e tono ironico scaldano gli animi, in una rimuginazione dolorosa e inutile a cambiare lo stato delle cose, né ad attenuare ansia e timori della donna. Come la consapevolezza di quel Je t’aime…, anche il duo Vanzi-Solari spiazza con il suo disincantato inno alla caducità dell’amore. E della vita tout court. A Roma, nel cronico bisogno di spazi, si è visto per tre sere all’Angelo Mai, recuperabile dal 17 al 21 aprile, al Teatro Tordinona.