Brindisi, foto di gruppo sullo scalone di palazzo Chigi e soprattutto discorso di commiato del presidente del Consiglio. L’ultima riunione del governo di ieri pomeriggio, servita ad approvare il Documento programmatico di bilancio 2023 e un disegno di legge delega sulle politiche in favore degli anziani non autosufficienti, è stata l’occasione per i saluti di fine mandato. «Potete essere orgogliosi di quanto fatto», ha detto Draghi e ministre e ministri.

Il presidente del Consiglio non ha lesinato in complimenti: «Avete fronteggiato una pandemia, una crisi economica, una crisi energetica, il ritorno della guerra in Europa. Avete organizzato la campagna vaccinale, scritto e avviato il Pnrr, approvato un numero enorme di misure di sostegno economico. Avete reso l’Italia protagonista in Europa e nel mondo».

Draghi ha aggiunto che «l’unità nazionale è, per forza di cose, un’esperienza eccezionale, che avviene soltanto nei momenti di crisi profonda». E poi, pensando evidentemente anche a se stesso, ha precisato che «mantenerla, come avete fatto, per molti mesi, richiede maturità, senso dello Stato, e anche un bel po’ di pazienza».

«I cittadini si aspettavano molto da voi e voi li avete serviti al meglio» ha detto ancora, convinto che i ministri possano essere orgogliosi non solo di quello che sono riusciti a portare a compimento ma anche «dei progetti che avete avviato e che altri sapranno completare». Tra questi c’è sicuramente proprio il disegno di legge delega sugli anziani non autosufficienti approvato ieri. La delega infatti dovrà essere approvata dal nuovo parlamento ed esercitata, eventualmente, dal nuovo governo.

Draghi a questo proposito ha invitato tutti a favorire un rapido passaggio di consegne. «Tra qualche settimana – ha detto – su questi banchi siederà il nuovo esecutivo, espressione del risultato delle elezioni che si sono appena tenute. Vi rinnovo l’invito ad agevolare una transizione ordinata, che permetta a chi verrà di mettersi al lavoro da subito. Lo dobbiamo alle istituzioni di cui abbiamo fatto parte – ha concluso il presidente del Consiglio congedando ministre e ministri – ma soprattutto lo dobbiamo ai cittadini. I governi passano, l’Italia resta.