Economia

Draghi: «Ripresa lenta»

Draghi: «Ripresa lenta» – Il presidente della Bce Mario Draghi

Unione Europea La disoccupazione resterà alta. Fmi: Italia ancora in recessione nel 2013

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 24 settembre 2013

La politica monetaria della Bce resterà accomodante per un «esteso periodo di tempo». Lo ha detto ieri il governatore mario Draghi nel corso di un’audizione al Parlamento europeo. I tassi di interesse resteranno bassi «finchè sarà necessario»: allo 0,50%, con un tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale all’1% e quello sui depositi allo 0%.

L’ultima variazione risale a maggio, quando la Bce ha tagliato dello 0,25% il tasso di riferimento. «Bassi tassi di interesse nel lungo termine comportano dei rischi che abbiamo visto nel passato e noi siamo molto sensibili ai rischi che possono esserci per la stabilità finanziaria derivanti da un livello molto, molto basso dei tassi – ha proseguito Draghi – Finora, però, c’è una evidenza molto limitata che sia il caso».

L’ingente massa monetaria mossa dalla Bce per spingere le banche a finanziare imprese e privati non ha riattivato «la dinamica del credito che resta sottomessa – ha aggiunto Draghi- sono diminuiti i prestiti a privati e imprese e questo riflette lo stato del ciclo economico. E il miglioramento significativo della capitalizzazione delle banche dall’estate 2012 non si è ancora tradotto in credito più elevato».

Per il momento lo scudo eretto da Draghi – il programma Omt – sembra avere allontanato «scenari distruttivi» per l’Eurozona. La timida crescita degli ultimi dodici mesi è ancora debole e dev’essere «stabilizzata». Per il momento non ha spinto le banche a prestare i soldi erogati con generosità dalla Bce, mentre le piccole imprese non chiedono alle banche il credito.

Per Draghi la Bce è comunque «pronta, se necessario, a usare altre misure, anche un’altra operazione Ltro (finanziamento illimitato alle banche)».
Il cruccio di Draghi resta la disoccupazione. Non accennerà a diminuire sensibilmente nemmeno nel 2014. In Italia la variazione – sempre soggetta a rettifiche – sarà minima: l’Fmi parla di una diminuzione dello 0,2%, dall’attuale 12,6% al 12,4.

Stando ai dati di una bozza del World Economic Outlook dell’Fmi la ripresa mondiale quest’anno si fermerà al 2,9%, ovvero 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di luglio, mentre quella del 2014 salirà al 3,6% (-0,2). Nessuna revisione al momento, invece, per l’area euro nel suo complesso (-0,6% nel 2013, +0,9% nel 2014). Gli effetti della recessione si faranno sentire anche l’anno prossimo, al punto che già oggi le stime vengono riviste al ribasso. Per l’Italia le stime sul Pil restano ferme ad un calo dell’1,8% nel 2013 con un ritorno ad una crescita dello 0,7% il prossimo.

Le previsioni dell’Fmi sono peggiori di quelle della nota di aggiornamento del Def fatta dal Tesoro italiano. Secondo quest’ultimo il prodotto interno lordo per il 2013 sarebbe a -1,7% da -1,3% e per il 2014 si attende una crescita dell’1 per cento. Draghi assicura che la Bce assicurerà la liquidità fino a quando non queste cifre non volgeranno al bello. «È importante che i paesi europei proseguano le riforme concordate» ha proseguito Draghi alludendo al Portogallo che ha registrato nell’ultimo trimestre un aumento del Pil, anche se la disoccupazione resta ai massimi storici. Infine una precisazione sul ruolo della Bce nelle politiche di austerità.

Per Draghi il suo ruolo nella Troika composta anche dalla Ue e dall’Fmi è di «consulente». «Era inteso che questo ruolo doveva restare fino a che durava la crisi, ma a lungo termine non crediamo che la Bce debba restare nella Troika». Per Draghi la «responsabilità politica» dei salvataggi è dell’Eurogruppo e non della Troika. Le «riforme strutturali» restano «fondamentali» per la crescita. Come in Grecia per la quale oggi «è difficile prevedere se sarà in grado di tornare a finanziarsi sul mercato» ha ammesso Draghi. Il presidente della Bce continua a sollecitare un’attuazione rapida dell’Unione bancaria.

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