Economia

Draghi da Marina Berlusconi. L’incontro scuote i palazzi

Mario DraghiMario Draghi

Politica Tre giorni fa l'ex premier a casa della presidente di Fininvest e Mondadori. Al colloquio «pianificato da tempo» era presente anche Gianni Letta

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 14 settembre 2024

Da Mediaset non trapela niente. Di certo Mario Draghi tre giorni fa è andato a trovare Marina Berlusconi e altrettanto certamente all’incontro era presente Gianni Letta. Le certezze però si fermano qui. La versione diffusa dal portavoce dell’imprenditrice, peraltro solo dopo che l’Ansa aveva dato notizia ieri dell’incontro, minimizza, parla di «incontro di cortesia già pianificato da tempo oltre che occasione di conoscenza reciproca». Una chiacchierata, prosegue la reticentissima nota, che «rientra nella prassi consolidata di incontri a vari livelli che la presidente svolge in qualità di imprenditore».

Marina Berlusconi (Ansa)
Marina Berlusconi (Ansa)

Dal quartier generale azzurro, piani alti, offrono però una versione lievemente diversa, secondo la quale a chiedere l’incontro sarebbe stato l’ex premier e ex presidente della Bce e va da sé che Marina l’Imprenditrice è stata bel lieta di accettare. In ogni caso anche da Fi l’invito è a non lavorare troppo di fantasia.

Però non si tratta di lavorare di fantasia e neppure di immaginare trame come probabilmente capita a palazzo Chigi dove una certa irritazione è palpabile. Ma le coincidenze qualche interrogativo lo pongono. Il giorno prima della cordiale visita, quanto meno inusuale per le forme e per la segretezza con la quale è stata sino a ieri ammantata, Draghi aveva presentato il suo Rapporto sulla Concorrenza, che in realtà è un progetto politico che se applicato ridisegnerebbe radicalmente l’Unione europea. Martedì prossimo lo illustrerà a un Parlamento europeo che si spellerà le mani, applaudirà a scena aperta le 170 proposte in cui si articola il Rapporto ma con l’intenzione di non farne niente o almeno ben poco. Nel frattempo Draghi ha incassato ieri il sostegno entusiasta di Christine Lagarde, la presidente della Bce: «I rapporti di Draghi ed Enrico Letta sottolineano l’urgente bisogno di riforme e forniscono proposte concrete per farle avvenire». Conferma ma con toni più tiepidi anche il presidente dell’eurogruppo Paschal Donohoe: «È un contributo importante al nostro dibattito politico». Ma nel complesso si percepiscono a pelle le resistenze politiche, di vario tipo, a un progetto che è tecnico solo in apparenza.

In Italia Fi è stata forse la forza politica più rapida nel far proprio l’orizzonte dell’ex presidente della Bce. Probabilmente la premier la pensa come gli azzurri: è stata lei la prima a chiamare Draghi al telefono e a invitarlo a palazzo Chigi per discutere il progetto. Ma è frenata, pur se non fermata, dall’obbligo di tenere almeno formalmente conto delle resistenze della Lega.

Così non è necessariamente un esercizio di fantapolitica pensare che l’incontro tenuto segreto avesse anche un risvolto politico, tanto più che nel progetto dell’ex premier gli 800 miliardi all’anno necessari per implementare il suo progetto dovrebbero arrivare in larghissima misura dal risparmio privato che afferma essere «il principale canale di finanziamento» e dagli investimenti delle aziende che godrebbero naturalmente di incentivi fiscali più che appetibili. L’ospite di tre giorni fa riunisce in sé entrambi gli aspetti: è certamente una consigliera molto influente sulle scelte del partito azzurro che in buona misura ancora mantiene ed è una imprenditrice che potrebbe dirsi interessata all’orizzonte prospettato da Draghi. Ma nel clima di tensione e diffidenza che si è creato tra Arcore e palazzo Chigi, inevitabilmente, l’incontro è destinato ad alimentare sospetti di ogni sorta.

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