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Dove il femminismo

Finestre di Orosia Qui al cohousing, l’8 marzo, Festa della Donna, dentro casa e fuori casa ci sono addobbi di mimosa ovunque e mistero su chi li abbia donati. Sospettiamo di Lino, uomo […]

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 16 aprile 2016

Qui al cohousing, l’8 marzo, Festa della Donna, dentro casa e fuori casa ci sono addobbi di mimosa ovunque e mistero su chi li abbia donati. Sospettiamo di Lino, uomo gentile, oppure dell’Ernesto,o forse Pier. Volendolo scoprire, organizziamo una serata a tema per uomini e donne: «Dove il femminismo». La tavolata, venti persone, è pronta. Ci sono maschi: i «sospetti donatori di mimosa» e altri, in prevalenza donne mature e due ragazze giovani. L’alchimia del buon cibo e vino, con l’essere insieme, sviluppa il tema, con un parlarsi accorato sulla differenza di genere. Olga premette che il femminismo di cose ne ha cambiate: leggi su aborto, diritto di famiglia, ed ha portato più felicità per le donne nel poter esistere sulla terra con le proprie idee, desideri e la scoperta di sé. Il controcanto è della Lola, più pessimista; lavora coi migranti e ci ricorda che sono sotto gli occhi di tutti le donne senza diritti, schiave, sottoposte a stupri, mutilazioni. Ci invita a leggere il libro di Ngozi Adichie, scrittrice Nigeriana, Dovremmo essere tutti femministi, perché femminista è chi, uomo o donna , crede nell’uguaglianza sociale, politica ed economica dei sessi. Qui gli uomini della tavolata, sinora zitti, annuiscono e confermano a gran voce . Aggiunge Anna: «Christine Lagarde, una delle donne più potenti del mondo, alla guida del Fondo monetario internazionale, afferma esserci un complotto che impedisce alle donne il loro contributo attivo al benessere del paese e che quando parlano le donne, gli uomini fanno altro». Qui gli uomini della tavolata nuovamente tacciono. Racconto di un libro appena uscito di Laura Lepetit Autobiografia di una femminista distratta. Lepetit narra la propria storia e quella della sua casa editrice, La Tartaruga, fondata nel 1975, che ha pubblicato solo donne, diffondendo la conoscenza, anche, delle più grandi scrittrici del nostro tempo. Racconta di incontri in una Milano viva e colta, dell’esperienza femminista, di viaggi per conoscere le autrici, di gatti, cavalli. Uno sguardo saggio e interessante sull’invecchiare. Pensieri originali sulla mamma (perché tutte queste pretese dalla mamma?), sui «Draghi che non ho ucciso». Pensieri ‘distratti’, ma anche profondi, politici, originali, pieni di humor e garbo. Pensieri di donna, di femminista, pensieri liberi. La cena è finita, la discussione no, ma tagliando corto, a bruciapelo chiedo: «ma, chi ha riempito la casa di Mimosa?». Allora, Aurora confessa: «Io, bello no? Un modo come un altro per ricordarvi la differenza di genere» Ma già! Dovevo pensarci che poteva essere solo un pensiero da donne.
Ecovillaggi e cohousing sono nati dalla ricerca di un nuovo modo di vivere che ha portato l’attenzione sulle comunità ecologiche, dove l’individuo trova sostegno sia per la propria autorealizzazione, sia per sviluppare le sue relazioni con il gruppo. Il discorso sulla differenza di genere dipende dalle scelte di base del gruppo comunitario e vi sono realtà con le formule più diverse: vegetariane reichiane, artistico teatrali, alchemico-esoteriche, femministe.

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