Dosi di blues e cori celestiali nell’autunno della vita
Note sparse Si intitola "Luck and Strange" il nuovo lavoro solista di David Gilmour. Lavoro affascinante e ispirato
Note sparse Si intitola "Luck and Strange" il nuovo lavoro solista di David Gilmour. Lavoro affascinante e ispirato
Un lavoro intimo – forse il più riuscito nell’intera discografica solista di David Gilmour – nato negli anni del Covid a Wisborough Green, un villaggio di un migliaio di persone del West Sussex dove da anni l’ex Pink Floyd si è ritirato insieme alla sua famiglia.
Luck and Strange è un disco che ovviamente se ne infischia bellamente delle mode, giocando con melodie d’altri tempi e canzoni ispirate, frutto di (divertite) session in sala di incisione. E soprattutto un lavoro «familiare» nel vero senso della parola, con i testi scritti dalla moglie Polly Samson, nota scrittrice britannica, a cui si sono aggiunti tre loro figli che si sono occupati in varie fasi della realizzazione del disco.
Liriche che parlano della caducità della vita, della morte e della vecchiaia su cui si innestano robuste dosi di blues – come nella title track, oppure melodie malinconiche come nel singolo The Piper’s Call dove alle chitarre si sovrappongo un coro celestiale e l’orchestra. Spazio anche per un «salto nel passato», tra le varie bonus track inserite nei vari formati del disco, la versione lunga di Luck and Strange del 2007, dove appariva anche il compianto Richard Wright.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento