Doppio incarico a Foa, in commissione la maggioranza si spacca
Vigilanza Rai Passa la risoluzione dei 5stelle con i voti di Pd e Leu
Vigilanza Rai Passa la risoluzione dei 5stelle con i voti di Pd e Leu
Scontri, accordi, ripensamenti, rinvii e alla fine in commissione di vigilanza Rai la maggioranza si spacca sul caso Foa. Arrivano in votazione, dopo il caotico balletto della scorsa settimana, le mozioni contro il doppio incarico ricoperto appunto da Marcello Foa, presidente del consiglio d’amministrazione della tv pubblica e, allo stesso tempo, della consociata RaiCom.
Contro la doppia poltrona il Pd (che dal momento della nomina contesta anche la votazione con cui Foa è arrivato alla guida del cda di viale Mazzini) e i 5 Stelle. L’ipotesi di accordo nella maggioranza (grazie a un emendamento leghista che lasciava il superpresidente anche a RaiCom senza stipendio aggiuntivo e senza deleghe gestionali, come del resto già avviene) era saltato all’ultimo momento, dopo la decisione della Lega di approvare, nella commissione bilancio di Montecitorio, l’emendamento salva-Radio Radicale. Dopo il rinvio della votazione in vigilanza, i 5 Stelle hanno infine deciso di procedere contro Foa. Il testo pentastellato (senza l’emendamento leghista, ritirato dal capogruppo Massimiliano Capitanio) è passato con 21 voti a favore (oltre ai 5S hanno votato sì Pd e Leu) e 9 contrari. La risoluzione approvata impegna Foa a «lasciare immediatamente la presidenza di Rai Com» e «in ogni caso il cda a rimuoverlo dal suddetto incarico». I 5 Stelle non hanno votato l’analoga risoluzione del Pd, bocciata.
Per l’occasione il capo politico dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, rispolvera il vecchio slogan «fuori i partiti dalla Rai», cestinato con l’arrivo al governo. «Serve subito una legge per spezzare il legame tra la politica e la Rai – dice appunto il leader pentastellato -. Quindi approviamo subito la nostra legge, oppure tagliamo il canone agli italiani. Delle due l’una. La riforma Rai è nel contratto». La «legge» in questione è la proposta che prevede un consiglio d’amministrazione di 5 membri eletto tramite sorteggio. Ma Matteo Salvini, che tra l’altro ha sempre il chiodo fisso di Fabio Fazio in testa, ha altri programmi: taglio dei megastipendi, riduzione delle produzioni esterne e ridimensionamento dello «strapotere degli agenti che dettano contratti e palinsesti». Mentre la Lega continua a difendere il doppio incarico di Foa. Che per ora a dimettersi non ci pensa proprio. Del caso si occuperà il cda nella prossima riunione, attualmente prevista per il 5 luglio. Lo annuncia l’azienda prendendo atto della votazione, ma rivendicando «la correttezza del proprio operato». Insomma, nessun conflitto d’interessi nel doppio incarico di Foa: è quello che ha sempre sostenuto anche l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini (scelto dai 5 Stelle), sottolineando che la nomina ha ottenuto il via libera dell’azionista, il ministero dell’Economia.
Al momento la consigliera Rai del Pd Rita Borioni e il rappresentante dei dipendenti Rodolfo Laganà dicono invece chiaramente che l’azienda deve recepire l’indicazione della commissione di vigilanza. E il deputato dem Michele Anzaldi è pronto a presentare un ricorso al Tar. (mi. b.)
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