Tre giorni dopo la Statale di Milano gli studenti universitari dell’Udu hanno depositato un ricorso contro l’aumento delle tasse universitarie a Torino. Secondo il sindacato nel bilancio di previsione del 2018 l’Università di Torino prevede di incassare 81 milioni di euro di tasse universitarie dagli studenti. La previsione del finanziamento statale – la quota di Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) – oscilla tra i 236,6 e i 248,7 milioni di euro.

Pur considerando tutti gli esenti dal contributo, superiori a quelli previsti per legge, il rapporto tra tasse e il fondo oscilla tra il 31,8% e il 33,4%. Il limite è stato invece fissato al 20%. Questo significa che agli studenti sono stati chiesti tra i 29,3 e i 31,7 milioni di euro in più rispetto a quanto prescritto dal Decreto del presidente della Repubblica 306/1997.
La no-tax area stabilita dalla legge di bilancio 2017 è applicata entro i limiti minimi di legge (fino ad almeno 13mila euro Isee), ma il problema sembra riguardare le fasce appena al di fuori dall’esenzione: a 18 mila Isee si pagano già 506 euro, a 23 mila Isee si pagano 814 euro, a 30 mila Isee si versano 993 euro, a 40 mila Isee si pagano 1250 euro, a 50 mila la tassa è di 1504 euro. Gli studenti chiedono di discutere come riformare il regolamento tasse dell’ateneo: «Torino non deve essere un’università con uno degli sforamenti più consistenti d’Italia» sostiene Valeria Sartori. «L’azione legale – aggiunge Elisa Marchetti – non ha come intento quello di danneggiare l’Università di Torino: chiediamo il rispetto della legge, a tutela del diritto allo studio».

I tagli all’università hanno spinto gli atenei a finanziarsi ai danni degli studenti. Quella italiana è la terza tassazione più alta d’Europa. Dopo il Brexit, sarà la seconda, prima è l’Olanda. In 10 anni sono aumentate del 61%, 474 euro in più a studente.

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