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Dopo l’uccisione di Dona Shantini, oggi a Roma contro il femminicidio

Dopo l’uccisione di Dona Shantini, oggi a Roma contro il femminicidioAzione contro i femminicidi – J. Guillen

La protesta Alle ore 11 a Via Leonardo Greppi (presso civico 85). Con Maura Cossutta presidente della Casa internazionale delle donne, Oria Gargano presidente di Be Free e Michela Cesaretti

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 5 giugno 2021

Profondo sud o ricco nord, italiane o straniere, giovani, mature o anziane, sono tante le donne costrette a vivere in condizioni di violenza che sfociano in vendette brutali con le quali si pone fine alla loro esistenza. Non vogliamo dimenticare i nomi di queste donne e le loro storie, ma la cosa singolare è che sempre conosciamo i nomi dei loro carnefici, i sedicenti fidanzati, mariti, amanti.

I CORPI DI QUESTE donne sono si sono trasformati in campi di battaglia, le zone in cui si decide chi vince e chi perde, come se l’eliminazione del corpo possa riportare il carnefice ad uno stato di liberazione, una sorta di stato di grazia ritrovato. Le vittime di femminicidio del 2021 sono ben 39 (vedi elenco in basso). Una lunga lista, cui si aggiunge Dona Shantini Badde Liyanage – detta Teresa – una donna di 40 anni, che sabato scorso, in via Leonardo Greppi (Roma, ZONA PORTUENSE), veniva uccisa per strada. Uccisa dal marito. È stato quindi commesso l’ennesimo femminicidio.

Parlare di femminicidio significa sempre essere arrivati troppo tardi. Noi siamo arrivati tardi. La morte di una donna per femminicidio non è un evento improvviso, arriva dopo le violenze fisiche e psicologiche, spesso dopo la privazione della libertà personale.

La donna diventa un oggetto nelle mani dell’uomo e viene privata della possibilità di decidere per se stessa. Tant’è che lui, il fidanzato, il marito, l’amante, può scegliere se imporle una vita di inferno e di violenze o se ucciderla. Come ha ben detto Oria Gargano un femminicidio avviene quando l’uomo non riesce ad elaborare un rifiuto. Dona Shantini aveva iniziato un percorso di allontanamento da suo marito che non accettava questa sua scelta e che per questo l’ha uccisa. Un delitto tanto più orribile perché compiuto da quello che doveva essere un compagno di vita, il marito, e in un contesto, quello della famiglia, nel quale ci si dovrebbe prendere cura gli uni degli gli altri.

Una donna che ha subito violenza domestica subisce, una doppia violenza, una violenza fisica e una violenza psicologica, tanto più pesante perché si estende alla sfera della fiducia nei confronti di chi si ama e sostiene di amarci.

Si crea un corto circuito per cui, la famiglia, il luogo in cui impariamo a relazionarci con gli altri, il luogo in cui impariamo ad affidarci e a fidarci dell’altro e quello in cui dovremmo sentirci più protette, più al sicuro e a nostro agio, diventa invece l’ambito da cui dobbiamo difenderci e questa è una ferita che resta nelle ossa e nel senso delle relazioni e dell’affettività.

PRENDENDO SPUNTO da queste emozioni e da queste riflessioni, è nata l’iniziativa del 5 giugno 2021 presso via Greppi, nata dalla necessità di non far passare questo come un omicidio qualunque. Sul luogo dell’efferato gesto sono stati lasciati dei fiori, una fotografia, il nome di DONA SHANTINI, ma tutto questo non ci restituisce cosa è accaduto. Questa donna non è morta perché è stata investita o perché si è sentita male. Questa donna è stata uccisa dal marito e noi abbiamo deciso di raccontare questa storia a noi stessi, ai residenti del quartiere ma anche alla città. Dona Shantini è stata uccisa dal marito ed è stata presa a coltellate per la strada, alle 2 del pomeriggio di sabato 29 maggio e a questa storia va data un’eco.

Noi abbiamo deciso di farlo e di manifestare in modo collettivo, non solo il dolore della scomparsa, ma anche lo sdegno, la necessità di prevenire e intervenire, la necessità di andare più in profondità e cercare di capire come questi comportamenti prendano corpo e si tramutino in brutalità e, se possibile, se e come possano essere fermati prima che la tragedia si compia. Chiediamo pertanto come cittadine e cittadini ai decisori politici di occuparsi del problema.

INTERVERRANNO, per portare il loro sostegno a questa iniziativa, molte persone tra cui Maura Cossutta Presidente della Casa internazionale delle donne e Oria Gargano presidente di Be Free, associazione che si occupa da anni di violenza sulle donne e che dato vita a tanti centri antiviolenza. Chiuderà gli interventi Michela Cesaretti, una amica cara e una bravissima attrice, la quale proporrà alcune letture.

*****

Vogliamo quindi ricordare le vittime di femminicidio del 2021:

  1. LIDIA
  2. ANTONIA
  3. CLARA
  4. DEBORAH
  5. ROSSELLA
  6. ALBERTA
  7. GIUSEPPINA
  8. ROBERTA
  9. TIZIANA
  10. TEODORA
  11. SOCCORSA
  12. VICTORIA
  13. SHARON
  14. LAURA
  15. MANUELA
  16. LILIANA
  17. ROSARIA
  18. LUCIA
  19. CAROLINA
  20. LORENZA ADDOLORATA
  21. ORNELLA
  22. EDITH
  23. SONIA
  24. SANDRA MILENA
  25. ILENIA
  26. LULIETA
  27. PIERA
  28. LORELLA
  29. ANGELA
  30. ANTONIETTA
  31. YLENIA
  32. EMMA
  33. VINCENZA
  34. TINA
  35. ELENA
  36. ANNA
  37. LAURA
  38. BARBARA
  39. ANNAMARIA

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