L’alleanza di governo regge anche in val Susa dove sull’eterna questione della Torino-Lione il M5s non può incorrere in un nuovo clamoroso dietrofront, come con il gasdotto Tap. Le difficoltà dei pentastellati con la propria base elettorale rischiano di travolgere il governo, così la Lega va in soccorso dell’alleato, avvicinandosi alle sue posizioni.

In una nota i deputati leghisti Benvenuto e Maccanti sostengono che sia «corretto che Telt continui a tenere sospesi i bandi di gara per l’appalto del tunnel di base in attesa dell’analisi costi benefici, che, come ci ha garantito il ministro, è in via di definizione». In un successivo passaggio l’alleanza antiTav pare diventare ancora più salda: i due parlamentari chiedono che il capo dell’Osservatorio Paolo Foietta venga rimosso. Ma nel passaggio finale della nota subentra un inciso che evidenzia l’ambiguità del nuovo verbo leghista noTav: «Sarà necessario costruire un percorso chiaro per le modifiche al tratto italiano dell’opera». Ovvero la parte ad est del tunnel di base, quella che potrebbe essere cancellata per ridurre i costi. Rivisitazione progettuale avallata, di recente, anche dai proponenti della grande opera. In tal caso rimarrebbe il mega scavo dal 56 km, ovvero il cuore della protesta ultradecennale del movimento Notav.

Annullata, ieri, anche la visita al cantiere di Chiomonte del sottosegretario Siri e della senatrice Casolati, entrambi leghisti. Gita conoscitiva che avrebbe comportato non pochi problemi nel governo. Lo spostamento della Lega su posizioni vagamente Notav ha allarmato il presidente del Piemonte Chiamparino: «È una conferma che anche la Lega si dimostra subalterna ai 5 Stelle e che non ha assolutamente a cuore gli interessi strategici del Piemonte e del nordovest».

Scontento anche dagli alleati piemontesi di centrodestra, che vedono incombere un’alleanza politica per le prossime regionali tra M5s e Lega.

Ieri intanto una nuova tornata di condanne ha colpito dodici esponenti del mondo Notav: sono stati comminati complessivamente diciotto anni per la manifestazione «Oggi paga Monti». Nell’autunno 2012, durante uno degli innumerevoli giorni di conflitto, un gruppo di attivisti raggiunse il casello dell’autostrada del Frejus e alzò le sbarre, lasciando così transitare gli automobilisti gratuitamente. La Corte d’appello di Torino ha dimezzato le richieste di condanna del pubblico ministero, ma ha confermato i reati.

A risultare particolarmente complessa risulta la posizione di Nicoletta Dosio, 73 anni, che potrebbe andare in carcere. Con lei altri militanti sono già al secondo grado di giudizio e, se non vi sarà un ricorso in Cassazione, rischiano la detenzione. Anche per questo sabato prossimo a Chiomonte si terrà un’iniziativa popolare denominata «Vola via foglio di via», inerente alle recenti interdizioni del questore di Torino che hanno colpito numerosi attivisti.