Dopo il panico delle borse Ubs tratta una fusione con Credit Suisse
Il caso Crisi bancaria. Black Rock smentisce l’interessamento, la corsa prima che i listini riaprano
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Credit Suisse, Ubs e le autorità di regolamentazione bancaria di mezzo mondo, al momento in cui scriviamo, stavano trattando una fusione. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a una soluzione prima dell’apertura dei mercati domani mattina. In ogni caso, fino a ieri sera, non c’era alcuna garanzia di un accordo che dovrebbe essere approvato dagli azionisti di Ubs.
Stando alle indiscrezioni pubblicate ieri dal Financial Times la fusione delle due maggiori banche elvetiche si è resta necessaria per arrestare il crollo della fiducia dei correntisti nei confronti di Credit Suisse. «Fusione», in casi di emergenza come questo, è una parola usata per indicare un’acquisizione e bloccare il rischio di pericolo sistemico per la rete finanziaria globale.
I deflussi dei depositi dalla banca hanno superato i 10 miliardi di franchi svizzeri (10,8 miliardi di dollari) al giorno alla fine della settimana. Lo tsunami è stato provocato dalle dichiarazioni del maggior singolo azionista, la Saudi National Bank, che ha escluso ulteriori interventi. La crisi di Credit Suisse è stata causata all’origine da investimenti sbagliati, poi è stata travolta dalle crisi della banca anglo-australiana Greensill e del fondo americano Archegos. Il 2022 è stato chiuso con una perdita di 7,3 miliardi di franchi.
L’anno scorso, l’amministratore delegato Ulrich Körner ha annunciato un piano per tagliare 9 mila posti di lavoro e intendeva scorporare gran parte della banca d’investimento in una nuova entità chiamata «First Boston», gestita dall’ex membro del consiglio di amministrazione Michael Klein.
Una volta esplosa la crisi che ha mandato nel panico le borse, la banca centrale svizzera ha stanziato una linea di credito di emergenza di 50 miliardi di franchi per reggere l’urto e impedire l’affondamento di Credit Suisse. Tuttavia la garanzia pubblica non è riuscita a fermare il crollo del valore azionario, arrivato ai minimi di una storia iniziata nel 1856. Credit Suisse è quotata alla Borsa di Zurigo e in quella di New York.
Le principali autorità di regolamentazione bancaria negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Svizzera ieri stavano valutando la struttura legale di un accordo e diverse concessioni che Ubs ha chiesto per concludere la trattativa. Ubs vorrebbe essere autorizzata a soddisfare gradualmente le norme globali previste. I suoi vertici avrebbero chiesto un’«indennità» nell’ambito di un accordo governativo per coprire le spese legali future. Credit Suisse ha accantonato 1,2 miliardi di franchi (1,3 miliardi di dollari) per tali spese lo scorso anno. Le cause giudiziarie e le indagini in corso potrebbero costare altri 1,2 miliardi di franchi.
Secondo un’altra indiscrezione pubblicata ieri dall’agenzia Bloomberg giovedì scorso Ubs e Credit Suisse si erano in realtà opposte a una fusione forzata. Dalla prospettiva diCredit Suisse si tratterebbe comunque di un’operazione svantaggiosa. Per Ubs creerebbe invece problemi di bilancio, oltre che di gestione di strutture doppie. Senza contare la crisi occupazionale dovuta, probabilmente, ai tagli dei lavoratori.
Anche l’antitrust svizzero dovrebbe pronunciarsi sulla creazione di un soggetto bancario di notevoli dimensioni. Ubs ha un patrimonio totale di più di mille miliardi di dollari e Credit Suisse di 575 miliardi di dollari. Ubs ha un valore di mercato di 56,6 miliardi di dollari, mentre le azioni di Credit Suisse hanno chiuso venerdì con un valore di 8 miliardi di dollari. Nel 2022, Ubs ha generato un utile di 7,6 miliardi di dollari, mentre Credit Suisse ha registrato una perdita di 7,9 miliardi di dollari, cancellando di fatto i guadagni dell’intero decennio precedente. Insomma operazioni di tale portata potrebbero rivelarsi complicate da realizzare.
Nei giorni scorsi si è anche parlato di un interessamento di un altro gigante come Black Rock. Ieri le voci sono state smentite: «Nessun progetto di acquisizione totale o parziale». Black Rock è stato per un lungo periodo uno dei clienti di Credit Suisse.
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