L’ultimo boiardo di stato ha fatto di tutto per mantenere il suo posto. A sorpresa però il governo Draghi ha scelto la «discontinuità» e così dopo 20 anni di regno incontrastato in Fincantieri Giuseppe Bono deve lasciare l’azienda di cantieristica pubblica.

La notizia, diffusa da Cdp, che detiene il 71,32% di Fincantieri, è stata un fulmine a ciel sereno sul palazzo lungo le Rive di Trieste. In tanti si attendevano una nuova riconferma di Bono, manager calabrese di 78 anni, criticato aspramente dai sindacati per le esternalizzazioni senza diritti nei cantieri di Monfalcone, Ancona, Sestri e Palermo. Si pensava che, se non fosse stato confermato amministratore delegato, potesse passare alla stanza a fianco, quella della presidenza, magari conservando qualche delega operativa.

Il timone passerà a Pierroberto Folgiero, ad di Maire Tecnimont dal 2013, gruppo industriale leader mondiale nella trasformazione delle risorse naturali. Più indolore la scelta del presidente: era nota l’uscita del navigato Giampiero Massolo, designato da Edizione Holding per lo stesso ruolo in Atlantia.

Certo, è una sorpresa il nome del sostituto, Claudio Graziano, noto generale con esperienza internazionale, accumulata sia in scenari di guerra che nei più ovattati salotti europei: lascerà infatti il ruolo di Capo di gabinetto di Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera.

Cdp ha deciso anche per il rinnovo di Aspi e di Ansaldo Energia. Per Autostrade per l’Italia è stata designata Elisabetta Oliveri come nuovo presidente ed è stato confermato Roberto Tomasi nel ruolo di amministratore delegato. Una conferma anche per Ansaldo Energia, con l’ad Giuseppe Marino mentre Lorenza Franca Franzino è stata designata come nuovo presidente.