Neppure nei giorni del voto per le presidenziali le artiglierie hanno smesso di tuonare nelle provincie di Donetsk e Lugansk dove da 5 anni governano le autoproclamate repubbliche filo-russe.

Ieri l’agenzia di stampa ufficiale di Donetsk ha denunciato 7 violazioni della tregua da parte dell’esercito regolare di Kiev. Notizia confermata dallo stato maggiore ucraino che ha informato di aver distrutto due tank di fabbricazione russa.

Da parte sua l’Osce ha rilevato oltre cento scontri a fuoco di varia intensità tra le truppe degli eserciti belligeranti. Visto dalle repubbliche la pace prospettata dal nuovo presidente ucraino Volodomyr Zelensky appare lontanissima e improbabile. Il presidente della repubblica di Donetsk Denis Pushlinin, è apparso per pochi minuti alla locale televisione per commentare il voto del Tridente. «Gli elettori ucraini hanno dimostrato di essere stanchi dello scontro interno e della guerra contro il Donbass. È un voto di protesta contro Poroshenko. Speriamo che Zelensky abbia ricevuto il messaggio e smetterà di attaccare il Donbass».

Pushlinin si è detto convinto che al di là delle intenzioni del nuovo presidente ucraino «esiste a Kiev un partito della guerra che attraversa tutto il parlamento» e quindi il pessimismo deve restare d’obbligo. Il capo dell’autoproclamato Stato ha sostenuto comunque che l’obiettivo del suo governo resta la piena integrazione come repubblica autonoma nella Federazione russa. La Russia del resto sarebbe in procinto distribuire passaporti russi tra la popolazione, un passo importante verso l’annessione fattuale della regione.

Cosa in realtà pensi la popolazione di quanto avviene a Kiev è difficile da immaginare. La maggioranza probabilmente sostiene ancora l’ipotesi secessionista ma è difficile valutare quanto abbia inciso psicologicamente negli ultimi mesi la libertà di circolazione nella zona di Schengen ottenuta dall’Ucraina. E difficile dire pure quanto i sentimenti pacifisti siano popolari a Donetsk e Lugansk.

Pushlinin non si è detto preoccupato per l’offensiva mediatica che il comico-presidente vorrebbe scatenare contro Donetsk: «Faccia pure, il nostro popolo sa distinguere la propaganda dalla verità» ha detto. In queste ore la voce che circola sui mass-media ucraini e russi è da far tremare le vene e i polsi, se confermata. Zelensky intenderebbe portare in tribunale i responsabili militari delle disastrose iniziative militari del 2014 nel Donbass, ed è chiaro che nella catena di comando le responsabilità possono risalire fino a Poroshenko in quanto capo supremo delle forze armate. Un ulteriore grana processuale per l’ex capo di Stato che si sommerebbe a quelle per corruzione. Il 10 agosto negli scontri presso Ilovaisk e Debaltseve le forze armate ucraine subirono vere e proprie disfatte. I battaglioni di terra Donbass, Azov, Shakhtersk, del quinto corpo d’armata, oltre che la 17esima brigata, subirono gravi perdite e furono costrette a ripiegare mentre alcuni reparti si consegnarono al nemico.