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Dolore e polemiche alla Sapienza. Gli studenti: «Ma quale rave»

Dolore e polemiche alla Sapienza. Gli studenti: «Ma quale rave» – La Presse

Università Francesco Ginese ha perso la vita in un tragico incidente durante la «Notte Bianca»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 25 giugno 2019
A. R.ROMA

A poche ore dalla morte di Francesco Ginese è il tempo delle polemiche politiche. Il 26enne, originario di Foggia e tra i fondatori del collettivo universitario Link Bologna, era rimasto gravemente ferito nel tentativo di accedere alla Sapienza di Roma per partecipare alla «Notte Bianca» degli studenti venerdì scorso. Aveva provato a scavalcare una recinzione con spuntoni acuminati recidendosi l’arteria femorale. Soccorso quasi subito è stato trasportato in condizioni disperate al policlinico Umberto I, dove è venuto a mancare nel pomeriggio di domenica. Il fatto è accaduto in un vicolo buio della città universitaria, ad alcune centinaia di metri dall’evento.

TRA DOMENICA e lunedì intorno al caso si è acceso lo scontro politico. Inizialmente tra rettorato e questura, in un vicendevole rimbalzo di responsabilità, e poi con le dichiarazioni di vari esponenti politici. La Sapienza ha scritto in un comunicato di aver allertato le forze dell’ordine. Intervistata dal Corriere, la prefetta Gerarda Pantalone ha negato richieste di intervento, parlando comunque di un «incidente imprevedibile». «Ciò che è accaduto venerdì sera alla Sapienza non deve più ripetersi», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Sull’onda emotiva della tragedia Matteo Salvini ha annunciato l’intenzione di «liberare ogni spazio occupato abusivamente e sospendere ogni attività illecita» negli atenei. Fuori dal coro, la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni ha risposto: «Colpire studentesse e studenti dell’università serve solo a chi vuole criminalizzare gli spazi autogestiti, dove si produce arte, cultura e solidarietà. Attività di cui Francesco era parte attiva, essendo da anni un attivista dei movimenti universitari».

GIORNALI E TV hanno parlato del tragico incidente nel contesto di un «rave party». I rave sono tipologie di feste in cui si balla per giorni al ritmo di musica tekno con alti volumi sparati da potenti impianti di amplificazione. Sono considerati eventi estremi. Qualcosa di completamente diverso dai due giorni di iniziative andate in scena all’università con il nome «Notte Bianca – Sapienza Porto Aperto». Giovedì, nella facoltà di filosofia di Villa Mirafiori, si è tenuta una tavola rotonda sui temi dell’immigrazione tra studenti, comunità migranti e progetti di solidarietà come Baobab o Mediterranea. In serata si sono esibite due giovani band a ritmo di reggae/ska. Venerdì, in città universitaria, si sono svolte attività artistiche di live painting, esercitazioni sportive di muay thai e performance musicali dal vivo, con fiati e capoeira. Il tutto tra viale della Minerva e lo spazio antistante la facoltà di lettere. Qui era presente l’unico piccolo impianto di amplificazione da cui si sono esibiti un attore teatrale, un gruppo musicale e un breve dj set.

DALLA PAGINA FACEBOOK dell’iniziativa è stato diffuso un comunicato degli studenti. «In questo momento vorremmo solo esprimere dolore e vicinanza alla famiglia e agli amici di Francesco – recita il testo – È necessario, però, viste le falsità raccontate da una parte della stampa, precisare alcune verità in merito ai fatti accaduti». Gli studenti smentiscono la presenza di un biglietto di ingresso, che secondo ricostruzioni giornalistiche non confermate sarebbe stato all’origine dello scavalco, specificando che il cancello di piazzale Aldo Moro era aperto e c’era una «semplice offerta libera». Ribadiscono poi che si è trattato di «un’iniziativa artistico-culturale articolata in dibattiti, sport, musica, danze» e non di un rave. Che il ragazzo ha ricevuto un soccorso immediato e le attività sono state interrotte «appena conosciuta la gravità dell’incidente». Sotto il post sono comparsi numerosi commenti di giovani presenti alla «Notte Bianca». Alcuni hanno espresso cordoglio, altri hanno criticato la rappresentazione dell’evento fornita dai principali mezzi di informazione. «I titolisti dei giornali hanno fatto il peggiore sciacallaggio possibile, spinti da un viscido perbenismo che neanche la morte di un giovane attenua», scrive Riccardo D. C. nel commento con il maggior numero di like.

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