Angelo Baracca è morto. Improvvisamente, per i molti e molte che lo conoscevano di persona o attraverso i suoi scritti.
Non per me, purtroppo, che di questa sua fine mi aveva messo a parte più volte negli ultimi anni appena trascorsi.
Non era la morte biologica che desiderava, quanto porre fine ad una esistenza di cui non sopportava più il peso umano e politico che gliene derivava da questo mondo.

Con Angelo ci siamo conosciuti tardi (di questo ci manifestavamo reciproco rimpianto) ed ora che non è più tra noi, questo rimpianto è tale da risultarmi incolmabile e sono sicuro che altri, meglio di me, sapranno ricordare quella parte della vita di Angelo a me sconosciuta.

Ciò che sento e ricorderò sempre di lui – al di là della liturgia per le care persone scomparse – è la sua grande disponibilità abbinata ad un impegno incessante in quello che lui chiamava «ecopacifismo» vissuto però da materialista e comunista quale egli era, tanto più perché apertamente professato da un cattedratico.

Un professore fuori dai ranghi accademici Angelo (se non addirittura contro) in cui spiccava quella rara e preziosa critica della scienza di cui c’è tanto bisogno in questo era di sacrale idolatria della scienza e degli scienziati.
Per questo, tra i tanti impegni politici (in Democrazia proletaria, nei movimenti pacifisti ed antinucleari) e gli altrettanti scritti e libri, vorrei citare la sua opera più coerente (e bistrattata !): un libro di testo universitario “Fisica per Scienze Biologiche e Ambientali” del 2007.

Un libro in cui si manifesta appieno il suo approccio innovativo, non solo all’insegnamento, ma alla produzione della vita stessa degli esseri umani su questa Terra; un’opera che, mi auguro, veda qualche rettore illuminato adottarla come testo di riferimento, restituendo ad Angelo quell’importanza che avrebbe meritato da vivo anche in ambito accademico.
Angelo è stato lucido fino all’ultimo, e non ha fatto sconti né a sé, né agli altri. Gli volevo bene e lo rispettavo profondamente.
Non mi sento di aggiungere altro, se non riportare il suo ultimo messaggio scritto:

«Carissime,i, non posso neanche essere molto lungo. un tumore al fegato mi lascia poche settimane, in assistenza domiciliare avrò le cure del caso e verrò accompagnato alla fine. Destino migliore non potevo sperare.
Sapete che sono un ateo convinto e che nell’aldila’ trovero’ solo tenebre, la pace il silenzio del nulla. Finalmente.
Non farò un funerale, anzi. Non mi dispiace mettere fine ai miei giorni, da 4 anni lo desideravo, finalmente ci siamo.
Se posso fare un’ultima esternazione me ne vado convinto che la non-violenza non abbia senso, sia una velleità vuota che sussiste solo in Europa e in America non una prospettiva reale, andate a praticarla nell’Africa Nera …
Non ho più fiato per continuare. Vi prego non rispondetemi, non venitemi a cercare voglio solo silenzio.Non credete… sono su di morale. Abbraccio Angelo».
Dopo questo suo ultimo testo ha interrotto il suo contatto col mondo. Addio caro amico.