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Dl semplificazioni: alla Camera fallisce l’assalto delle destre ai lavoratori migranti

Dl semplificazioni: alla Camera fallisce l’assalto delle destre ai lavoratori migranti

Il caso L campagna elettorale del centrodestra sui migranti è partita votando un emendamento di Fratelli d'Italia. Polemica sul ministro leghista Garavaglia che avrebbe chiesto di favorire l'arrivo e la regolarizzazione di lavoratori stranieri. Caos in aula sulla pelle di chi è ridotto in silenzio

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 28 luglio 2022

La propaganda elettorale sulla pelle dei lavoratori migranti fatta dalle destre si è scatenata ieri alla Camera durante il voto sul «decreto semplificazioni», uno dei provvedimenti che vanno convertiti in questo periodo finale della legislatura. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno votato un emendamento contro una norma per regolarizzare i lavoratori migranti. La Lega prima, e a seguire Fi, Coraggio Italia e Noi con l’Italia lo hanno sottoscritto sposando la tesi che si trattasse di una «sanatoria». La Camera lo ha però bocciato 230 voti (197 favorevoli). Le destre non hanno la maggioranza. Ma ne hanno approfittato per creare un caso.

Il problema è che, nel caso «dl semplificazioni», la norma sarebbe stata chiesta dal ministro leghista all’agricoltura Massimo Garavaglia, chiamato in causa da Pd e da Italia viva, perché all’inizio dell’estate aveva chiesto di favorire la regolarizzazione dei lavoratori stranieri, anche estendendo il «decreto flussi», in modo tale da sfruttarli nei campi o nel terziario povero dei ristoranti o del turismo. Posizione negata dall’interessato che ha detto di volersi «rimettere al parlamento perché il «tema era divisivo per il governo».

«Vogliamo sapere dal ministro se l’atteggiamento del suo partito corrisponda al suo pensiero – ha detto Emanuele Fiano (Pd) – Dobbiamo sapere se la Lega ha una lingua o due lingue». «Il testo – ha aggiunto Federico Fornaro (LeU) – è stato votato nel Cdm senza che alcun ministro abbia sollevato questioni, dovete smetterla con la doppia verità e la doppia morale quasi sempre sulla pelle dei poveri cristi».

La Lega ha risposto chiamando in causa la ministra Lamorgese, responsabile a suo dire della cattiva gestione dell’immigrazione clandestina. E ha chiesto il suo intervento in aula. I suoi antagonisti hanno chiesto invece la convocazione di Garavaglia. Tensione altissima, interventi fuori dalle righe, il parlamento trasformato in un talk show urlato. Un malore di Roberto Morassut (Pd) ha costretto a una breve sospensione della seduta per permettere ai medici di intervenire. Alla fine del voto c’è stato un applauso del centrosinistra. Per le destre è stato un modo per ricompattarsi dopo la divisione sui balneari dell’altro ieri che ha visto Forza Italia votare in maniera opposta a Lega e Fratelli d’Italia

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