Diyarbakir, un normale giorno senza futuro
La testimonianza Non ci sono più canali televisivi credibili che diano informazioni sulla regione. Quando i bambini iniziano la colazione, controllo il mio Iphone. Trovo molti messaggi di amici occidentali. Mi scrivono: «Come stai? Stai bene?». Dai messaggi intuisco che è successo qualcosa
La testimonianza Non ci sono più canali televisivi credibili che diano informazioni sulla regione. Quando i bambini iniziano la colazione, controllo il mio Iphone. Trovo molti messaggi di amici occidentali. Mi scrivono: «Come stai? Stai bene?». Dai messaggi intuisco che è successo qualcosa
La sveglia ha suonato come al solito alle 7.30. Ho svegliato i bambini e sono corsa in cucina a preparare la colazione. Normalmente, mentre preparo la colazione, guardo le notizie alla tv. Questo avveniva prima della chiusura della Tv kurda e dei canali dei media alternativi. Non ci sono più canali televisivi credibili che diano informazioni sulla regione. Così oggi a tenermi compagnia, invece della tv, sono i miei uccelli e le tartarughe. Quando i bambini iniziano la colazione, controllo il mio Iphone. Trovo molti messaggi di amici occidentali. Mi scrivono: «Come stai? Stai bene?». Dai messaggi intuisco che è successo qualcosa nella mia città o nel mio paese.
Immediatamente accendo la tv, e cerco in canale turco della Cnn. Cerco di capire cos’è successo. C’è molta pubblicità sulla Cnn turca. Ero sicura che fosse successo qualcosa ma non riuscivo a trovarlo sui media turchi. Un uomo sulla Cnn turca gridava, «Aaauuu …. Tttttooo…..shooooooooowww». Era una pubblicità.
È con queste urla in sottofondo che leggo in basso allo schermo, scritto in lettere minuscole, che i copresidenti di Hdp (Partito democratico del popolo ndr) Demirtas, Figen Yüksekdag, e i parlamentari dell’Hdp Ferhat Encü, Selma Irmak, Aycan Irmez, Leyla Birlik, Abdullah Zeydan, Idris Baluken, Sirri Süreyya Onder, Ziya Pir, Nursel Aydogan, Gülser Yildirim sono stati arrestati nella notte. Ho urlato «Ohh no!». Mio figlio mi ha chiesto «mamma cosa è successo?». «La polizia li ha arrestati», ho risposto. Allora mio figlio piccolo: «Anche zio Osman, zio Ahmet e zia Meral sono stati arrestati?». Sono altri parlamentari dell’Hdp e amici di famiglia. Ho risposto «no» a mio figlio, «…per ora» mi sono detta. I copresidenti rappresentanti del terzo partito della Turchia sono stati arrestati, ma la pubblicità continua a occupare la tv. Un nuovo annuncio dice: «Oro vuol dire investire nel futuro. Investi in oro, investi nel tuo futuro».
Comincio a ridere istericamente. Abbiamo un futuro in Turchia? Improvvisamente, c’è stato un grosso boato. Le finestre della mia casa tremano. Balzo in piedi, lascio la tavola e apro la porta per guardare fuori. Cerco di immaginare cosa sia successo dietro il fumo. La mia faccia diventa bianca. Dico ai bambini di non preoccuparsi. Il più grande dice «mamma, è stata una bomba». «Forse, rispondo, è stato un grave incidente d’auto». «No mamma, dice, è stata una bomba. È la stessa bomba che era scoppiata vicino a casa, è lo stesso rumore». A fine marzo una bomba è scoppiata vicino alla nostra casa. I bambini erano a casa da soli. Io ero a un incontro con Selahattin Demirtas, nell’edificio del parlamento di Ankara. Anche mio marito era fuori casa. Quando i mobili e le finestre avevano tremato, i bambini avevano pensato a un terremoto. Erano usciti correndo di casa e si erano riparati dai vicini. La tv è ancora accesa. Ora stanno dando le notizie sul traffico di Istanbul. Io sto ancora cercando di capire dove è scoppiata la bomba. Ma non c’è internet. Hanno di nuovo interrotto la rete. Per caso da amici vengo a sapere che la bomba è esplosa a Baglar, un distretto di Diyarbakir. Cerco di raggiungere una zia che vive in quel quartiere. Nello stesso tempo, arriva il bus che porta i bambini a scuola. Dopo che sono partiti, ho pensato «Perché li ho mandati a scuola?». Ho chiamato l’autista del bus ma il telefono non prende. Non riesco a raggiungerlo. Ora, la voce in Tv urla: «Le previsioni del tempo vi sono state offerte da ….una società di riscaldamenti, che scalda voi e la vostra casa».
In realtà noi e le nostre case stiamo gelando. Niente ci può più riscaldare in questo paese.
Mentre pensavo che avevo bisogno di andare in centro, mia madre mi ha chiamato pregandomi di non andare.
Mi ha detto che tutte le strade che portavano in centro erano chiuse. Nello stesso momento, era tornata la voce: «… non guardate soltanto, fate qualcosa» e ancora: «AAAAUUU….TTTTTOOOOOO….SHOOOOOOWWWW»”.
* giornalista kurda di T24
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