Europa

«Diventare Europa», Balcani e Turchia l’integrazione che non c’è

Il convegno Negli ultimi anni spesso si parla d’Europa solo in quanto «fortino», impegnato a investire risorse per difendersi dai migranti e costruire nuovi muri. L’ultimo è sorto nelle scorse settimane su […]

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 15 novembre 2013

Negli ultimi anni spesso si parla d’Europa solo in quanto «fortino», impegnato a investire risorse per difendersi dai migranti e costruire nuovi muri. L’ultimo è sorto nelle scorse settimane su 30 km di confine – i più difficili da pattugliare – tra uno dei più giovani membri dell’Ue, la Bulgaria, e la Turchia, per bloccare i profughi siriani in fuga dalla guerra. E’ in questo contesto che Osservatorio Balcani e Caucaso assieme a numerosi partner cerca di sovvertire i punti di vista e propone, sabato prossimo a Bergamo, il convegno «Diventare Europa» (vedi sotto).
Esiste un’Unione europea e un’Europa degna del Nobel per la pace? Esiste ancora un progetto politico europeo? Quale il rapporto tra l’Unione e i suoi vicini? E il processo di allargamento? Studiosi, giornalisti, politici e diplomatici daranno le loro risposte. Partendo da un punto di vista particolare: i Balcani e la Turchia.

Perché proprio nei Balcani l’Europa si è confrontata col suo tragico passato. Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale la guerra e i massacri ritornavano fin nel suo cuore. E se negli anni ’90 è rimasta tragicamente muta, poi le istituzioni europee hanno giocato un ruolo importante nei processi di democratizzazione dei paesi dell’area.

«La Croazia è da pochi mesi il 28simo membro dell’Ue ma anche gli altri paesi della regione hanno fatto importanti passi avanti nel processo di democratizzazione, grazie alla prospettiva dell’integrazione europea», sottolinea Luisa Chiodi, direttrice di Osservatorio Balcani e Caucaso «in quest’ottica informare, formare e sensibilizzare l’opinione pubblica europea su questi paesi, serve anche per far comprendere il ruolo chiave che ha avuto il processo di allargamento nel superamento delle guerre degli anni ’90 e nella stabilizzazione regionale, e quanto sia fondamentale un orizzonte politico europeo per tutti i Balcani e per tutti noi».

E poi vi è la Turchia. Il cui processo di avvicinamento all’Unione europea è iniziato nel lontano 1963, con una graduale unione doganale con l’allora Comunità economica europea. È trascorso mezzo secolo da allora, di rapporti ambivalenti, che ricalcano la tormentata storia contemporanea turca ma anche tutte le contraddizioni europee. La Turchia ha acquisito lo status di candidato nel 1999 ed ha avviato ufficialmente i negoziati con Bruxelles nel 2005. E ora? Se ne parlerà nel panel «Allargamento. Questioni aperte» a cui prenderà parte, tra gli altri, il giornalista dell’Economist Tim Judah.

«L’appuntamento di Bergamo è una tappa importante del progetto europeo Racconta l’Europa all’Europa che per un anno ha visto impegnati molti soggetti italiani ed europei a stimolare il dibattito sull’integrazione europea dei Balcani e della Turchia», sottolinea Gian Gabriele Vertova, vicepresidente della Fondazione Serughetti La Porta «un appuntamento che trova terreno fertile qui nel bergamasco per tre ragioni: innanzitutto la grande tradizione di solidarietà che abbiamo espresso negli anni ’90 verso le popolazioni della ex Jugoslavia, poi per i legami economici che molte aziende hanno sviluppato nell’ultimo decennio con questi paesi e infine per motivi culturali, data la grande presenza sul nostro territorio di cittadini di origine sudest europea».

«Diventare Europa. Dalla solidarietà all’integrazione europea dei Balcani e della Turchia» 16 novembre, Università di Bergamo (sede di Sant’Agostino, Piazzale Sant’Agostino 2, ore 9.00) . Promossa da Osservatorio Balcani e Caucaso, Cattedra Unesco – Università di Bergamo, Fondazione Serughetti La Porta.
Per iscriversi, informarsi o seguire la diretta web: www.balcanicaucaso.org

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