Disorientati e giocosi, artisti fra sogni e fantasmi
Mostre Alla Galleria Sic12 di Roma Ostiense, fino al 20 luglio, un’installazione che è anche il primo esperimento di dialogo tra l’art brut e l’arte contemporanea che i curatori dello spazio espositivo, Gustavo Giacosa e Fausto Ferraiuolo, propongono al pubblico sempre più numeroso di questo anomalo centro culturale
Mostre Alla Galleria Sic12 di Roma Ostiense, fino al 20 luglio, un’installazione che è anche il primo esperimento di dialogo tra l’art brut e l’arte contemporanea che i curatori dello spazio espositivo, Gustavo Giacosa e Fausto Ferraiuolo, propongono al pubblico sempre più numeroso di questo anomalo centro culturale
Soggetti/Oggetti disorientati. Fagotti e souvenir alla deriva è l’ultimo evento, fino al 20 luglio, prima della pausa estiva alla Galleria Sic12 di Roma Ostiense. Un’installazione che è anche il primo esperimento di dialogo tra l’art brut e l’arte contemporanea che i curatori della galleria, Gustavo Giacosa e Fausto Ferraiuolo, propongono al pubblico che visita questa anomala galleria romana, seguita da un pubblico sempre più numeroso. Il rapporto tra le due forme d’arte (sebbene sia improprio stabilire questa dicotomia) è programmaticamente inscritto nel nome della collezione dei due curatori: «Puentes», perché ponti sono quelli che le diverse espressioni artistiche permettono di attraversare.
L’INSTALLAZIONE, a cura dell’antropologo Vincenzo Padiglione, fa incontrare due figure che nella realtà non si incontreranno mai: sono l’Emigrante e il Turista, due sagome fatte l’una di fagotti, cartoni, legacci, pezzi di rete, l’altra di pupazzetti, gingilli, stoffe colorate, souvenir. Corpi virtuali «spiaggiati» nella prima sala della nuova mostra (la terza dall’apertura della galleria nel settembre 2021, dopo A due e Parole in cammino), Corpo ricorda, titolo-monito preso da una struggente poesia di Kavafis, un invito al corpo a ricordare perché, anche se tutto ciò che ci riguarda sembra passato, il desiderio che abbiamo suscitato o che altri o altro hanno suscitato in noi, getta il suo brillante sguardo in avanti e sembra che a lui prima o poi ci si potrà arrendere.
Le opere di artisti e artiste scelte parlano di desiderio atteso nella sua realizzazione oppure tradito, negato, divenuto fantasma. Ma soprattutto inscritto nel corpo, materia fisica, regno del sessuale e dell’erotico, quel corpo con cui siamo in un dialogo costante ma celato perché quando emerge può risultare profondamente disturbante, come nel caso di Benoît Monjoie, classe 1960, che obbliga a uno sguardo ravvicinato su momenti di esaltazione e dolore e depressione attraverso immagini e parole affidati a pezzetti di carta, come un fumetto che racconti brani di storia intima, in maniera che sembra giocosa e dunque tanto più perturbante.
Artisti già presenti nelle altre due mostre, come Giovanni Galli (1954) le cui grandi composizioni a biro colorate su carta ispirate a un mondo femminile dalla seduttività popolare, figure in reggicalze e forme felliniane, hanno ispirato Giacosa (che è anche attore e performer, Ferraiuolo è anche musicista) a creare una drammaturgia di recente messa in scena ad Aix-en- Provence, galleria gemella della romana. O come Guido Boni (1942-2020), internato nel manicomio di San Salvi a Firenze, attivo nell’atelier La Tinaia, fondato all’interno dell’istituzione nel 1975.
E, A PROPOSITO DI PONTI, il 13 ottobre alle 17 al Mlac della Sapienza, Sic12 organizzerà una conferenza di Cristina Agostinelli, curatrice e conservatrice di Art Brut del Centre Pompidou, cui interverrà il collezionista Bruno Decharme che è all’origine della donazione che ha permesso l’apertura di una nuova sala dedicata all’Art Brut nel museo parigino.
La galleria non è solo uno spazio espositivo o di raccordo tra istituzioni e collezionisti ma anche punto di partenza e di snodo di iniziative sull’alterità: il festival, #Tracce2 arte + alterità + altrove (titolo: Corpo e memoria), si terrà tra il 9 e l’11 novembre ed è organizzato assieme alla Asl 2 in centri di salute mentale delle circoscrizioni 8 e 12, come San Paolo e Villa Lais. Di nuovo un ponte, qui a Roma una spalla, a Parigi l’altra: questo festival è infatti legato all’edizione della capitale francese che si terrà tra il 27 settembre e il 1 ottobre in diversi centri di salute mentale.
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