Editoriale

Disastro in tipografia, il manifesto di ieri è come un «Gronchi rosa»

Disastro in tipografia, il manifesto di ieri è come un «Gronchi rosa» – il manifesto

Litosud ko In mezza Italia circa 20mila copie stampate male dalla tipografia. Un computer in tilt e la frittata è fatta. Un danno incalcolabile per noi e per voi

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 27 giugno 2013

A causa di un guasto gravissimo alla tipografia Litosud, ieri in mezza Italia (tutto il centro-sud tranne Roma) il manifesto è andato in edicola in una versione gravemente compromessa. È stato un danno incalcolabile indipendente dalla volontà della redazione che ha colpito noi ma soprattutto voi e verso il quale ci tuteleremo in ogni sede. Circa 20mila copie del giornale sono uscite difettose dalla rotativa di Roma. E da ieri mattina le nostre email, i social network e il centralino scoppiano per le proteste dei lettori. Per scusarci, ieri abbiamo rilasciato gratuitamente sia la versione pdf del giornale che l’edizione iPad.

Ci scusiamo profondamente con tutte e tutti. Non tutto il male vien per nuocere però. Almeno in parte e nell’emergenza, lettori e lettrici si sono resi conto di quanto anche nel 2013 l’«oggetto giornale» sia un prodotto industriale molto complesso. Forse l’oggetto industriale più complesso che esista. La cui produzione inizia nelle stanze della redazione ma coinvolge una miriade di soggetti diversi che da via Bargoni lo portano sano e salvo nelle edicole e nelle case di tutta Italia.

Ogni giorno, verso le 21.30, il «master» del giornale viene spedito in pdf ai centri stampa Litosud di Roma e Milano. A quel punto la redazione “chiude” la sua lunga giornata sperando che vada tutto bene nei passaggi successivi. Verso le 22 la tipografia prepara le lastre e avvia la rotativa. In tre quarti d’ora il manifesto è stampato in 49mila copie. Le copie per gli abbonati vengono subito «fascettate» e iniziano il loro periglioso viaggio postale. D’estate, coi postini in ferie, non è raro che le Poste impongano alla consegna ritardi inaccettabili (anche qui, siamo ostaggio noi quanto voi di un «servizio pubblico» pagato a caro prezzo). Su tutte le altre copie del giornale intanto furgoni e furgoncini iniziano la grande opera di distribuzione che in meno di sette ore le porterà (quando va bene) nelle 30mila edicole di tutta Italia. È un processo molto costoso, rapidissimo, e che ha ancora molto a che fare con il mondo «fisico» reale. Il giornale passa di mano in mano tra dorsali nord-sud e più di 100 distributori locali che devono rifornire le edicole entro l’alba. Se nevica o piove, per esempio, va «chiuso» prima per agevolare la consegna degli autisti. Che viste le condizioni terribili delle nostre strade di notte, in alcuni casi rischiano la vita e compiono veri e propri «miracoli» per consegnarlo nei tempi previsti. Alla fine, quando tutto è compiuto, il manifesto lo trovate piegato a metà dal giornalaio, immacolato come se nulla fosse, imperturbabile con la carta che «scrocchia» alla prima lettura.

Dalle prime verifiche, nella notte di giovedì 25 un sistema di controllo computerizzato della tipografia che cancella automaticamente dalla rotativa le vecchie edizioni del giornale è andato in tilt e ha inopinatamente mescolato le edizioni del 25 e del 26 giugno stampando quasi 20mila copie «fallate». In 42 anni non era mai successo. È un danno incalcolabile: carta, stampa, distributori, aggio edicolanti e trasportatori, tutto sprecato per migliaia di copie difettose di cui non abbiamo alcuna responsabilità. Dell’incidente, proprio come voi, abbiamo appreso soltanto a cose fatte, la mattina successiva.

Conservate l’edizione di ieri, è come un Gronchi rosa… Della questione si occupano ora i nostri avvocati. A noi e a voi, che amiamo questo giornale, non resta che continuare insieme questa imprevedibile avventura. Notte dopo notte dopo notte.

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