Dis-Coll. Nidil-Cgil: “Gli emendamenti vanno ritirati. I precari pagheranno di più”
Si va verso la stabilizzazione e l’estensione della Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. Lo prevede un emendamento al Ddl sul lavoro […]
Si va verso la stabilizzazione e l’estensione della Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. Lo prevede un emendamento al Ddl sul lavoro […]
Si va verso la stabilizzazione e l’estensione della Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. Lo prevede un emendamento al Ddl sul lavoro autonomo presentato dal relatore e presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd). La modifica proposta stabilisce che dal 1 luglio del 2017 (il Milleproroghe ha allungato il termine della misura fino alla fine di giugno 2017 ndr) la Dis-coll venga infatti riconosciuta non più solo ai soggetti già previsti dal Jobs Act (co.co.co e co.co.pro) ma anche «agli assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio, in relazione agli eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere dalla stessa data», si legge nel testo. A partire dal prossimo primo luglio, ai collaboratori e gli assegnisti e i dottorandi di ricerca con borsa di studio che hanno diritto di percepire la Dis-coll, è dovuta un’aliquota contributiva pari allo 0,51%.
«È il riconoscimento di un diritto fondamentale che risponde ad una concretissima domanda di protezione sociale di soggetti iperprecari – sostengono Flc Cgil e i dottorandi dell’Adi – L’introduzione di un’aliquota aggiuntiva dello 0,51% per un terzo a carico dei fruitori della misura (0,17%) va però ritirata: i parasubordinati che versano alla gestione separata Inps sono già gravati da un carico contributivo assai importante (quest’anno il 32,72%), a fronte del quale ricevono prestazioni sociali inadeguate. Infine non si contemplano i dottorandi senza borsa di studio, i borsisti di ricerca e tutte quelle figure, numerose tra i lavoratori della conoscenza, che lavorano con partita IVA e sono prive di qualsiasi protezione a fronte di discontinuità di reddito».
«Già oggi i collaboratori hanno un carico contributivo superiore a quello dei lavoratori dipendenti – sostiene il segretario Claudio Treves (Nidil-Cgil) – il carico rischia di essere scaricato sui compensi dei collaboratori. È ipocrita sostenere si tratti di soluzioni strutturali. L’unica cosa certa è che l’Inps ne avrà un ulteriore vantaggio». «Basterebbe, invece – prosegue – attualizzare la contribuzione già in essere che copre malattia, maternità e assegno al nucleo familiare (0,72%), che dà avanzi sostanziosi ogni anno, aggiungere la finalità della tutela dalla perdita della commessa e, rispetto ai lavoratori con partita Iva, anche il rilevante calo di reddito in caso di pluricommesse».
“NIdiL-Cgil continuerà a battersi perché a questi lavoratori sia assicurata una tutela dignitosa se
L’ok della commissione al provvedimento sul lavoro autonomo è atteso per oggi, l’esame degli emendamenti è terminato. Per l’approvazione si attende il parere della commissione Bilancio.
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